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LIBRO I'RIMO.
quale mi piace d'insistere, sta la maggiore difficoltà per chi voglia stringere in breve e lucida narrazione i fatti, e comprendere ì giudizii in un sistema da ogni parte finito. Qui i canoni e gli esempi della letteratura greca non ti servono, perocché tu vi trovi scomposto dapertutto l'ordine sì dei fatti, sì delle idee; tu vedi, per dir una sola delle maggiori dissonanze, una letteratura che esordisce col drarna, colla grammatica, e colla critica ; che sul bel principio prende tutto dal greco, che in greco scrive il suo primo libro di storia, che al greco domanda, come vedremo, lume ed ajuto fin anche a conservare e compiere la lingua. La quale coli' essere rimasta una sola per tutta l'Italia (perocché quando le arti vennero a porre stanza tra noi, ci trovarono pressoché tutti sottomessi alle armi ed alla favella del Lazio), fu pur una delle cause delia minore libertà e varietà della nostra antica letteratura a petto della greca, della quale fu sì lungamente discepola.
E uulladimeno questa dipendenza della letteratura romana dalla greca, che altri volle negare almeno per le origini, altri viene tuttavia vituperando come fosse disonorevole cosa, è un fatto de'più semplici e più naturali che la storia abbia avuto da raccontare. Gli è molto difficile, dice F. A. Wolf, che un popolo possa comparire originale quando fu preceduto da un altro popolo così maravigliosamente colto e civile, come furono i Greci. Chi viene dopo è necessariamente discepolo di chi fu prima di lui, e sarebbe la più strana delle teoriche in letteratura, come nelle scienze, e nella stessa vita quotidiana, sì publica, sì privata, quella che ci vietasse di guardarci indietro e di seguire gli esempi de'maggiori. E maggiori ai Romani furono certamente Greci non solo in ogni ramo di coltura, ma pure nella formazione del linguaggio, che è d'ogni viver colto e civile la prima ed indispensabile condizione Giacché, ho detto in altro luogo, e mi piace di ripetere qui (1), non che una letteratura, Roma non avrebbe, senza l'ajuto de'maestri e degli esemplari greci, pur avuto una lingua; non potendo l'unaformarsi e vivere separatamente dall'altra. Intendo dire della lingua dotta e scritta, perocché un volgare s:. parlava pure in Roma prima di Ennio, di Plauto e di Lelio ; ma questo sarebbe fatalmente perito, come periscono tutti i volgari lasciati a sè medesimi, senza darci il Trinummo, l'Andna, e l'Eneide, se la vinta Grecia non avesse recato a Roma vincitrice le arti.
Ma di questa connessione della letteratura colla lingua, e della parte grandissima che gli scrittori hanno nel dare agli idiomi parlati nuove attitudini e nuove forme, nel' estenderli e nel rinvigorirli contro i danni del tempo e dell' uso • connessione che per non essere stata veduta foce a moltissimi giudicar male delle origini e della storia non solo delle lingue e letterature antiche, ma pure delle viventi ; sarà trattato più ampiamente a suo luogo. Qui mi bastava porre in sodo non tanto il fatto della imitazione, che non ha bisogno di prove, quanto le ragioni che lo illustrano e lo fanno essere non che turpe e biasimevole \ onorevolissimo pe' Romani. Poi già i fatti son fatti, e non c' è querela o biasimo che li distrugga.
I Greci adunque offrendo ai Romani, nuovi ancora nell'arti della civiltà, modelli perfettissimi in ogni genere di letteratura, d' arte, di scienza, porsero a loro come chi dicesse il primo stimolo a coltivare quegli studi : e con esso via via le regole e gli ammaestramenti d'ogni fatta fino, come dissi, al modo di scrivere e di parlare con proprietà, efficacia ed eleganza la loro propria lingua. Nè ciò basta, chè dai Greci tolsero i Romani anche la materia di loro composizioiu, massime in poesia ; e il nnto greco quasi per intero trasportarono ne'loro carmi, confondendo per tal modo e quasi sopprimendo le vetuste e severe favole latine. Così la poesia romana fu, si può dire, tutta greca ; sia perchè dal greco prese quasi per intero i soggetti, non di rado le imagini e fino alle forme dei dire, sia perchè alle fonti greche si Volse sempre quand'ebbe bisogno di rinfrescare l'ispirazione, che cogli anni le veniva mancando. Una sola eccezione vuol esser fatta per la satira, la quale fu, come vedremo, un genere di poesia tutto proprio de'Romani.
(1) Vedi i miei Studi Latini nei Politecnico. Parte letteraria, 4868.