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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   libro li. — parte seconda. racconto. i prosatori.
   Bibliografia.
   I manoscritti diPrisciano toccan quasi il centinaio; rimontano tutti in ultimo alla recensione di Flavio Teodoro, ma son tutti di già interpolati. Il principale è il parigino 7496 del secolo IX, con correzioni di seconda mano esemplate su più antico codice
   Delle edizioni si può vedere il novero nella edizione somma, che è quella di Hertz nei II e III volume della collezione del Keil (1855, 18.59). Notiamo ad ogni modo la edizione di Krehl, Lipsia 1819-20, 2 voi.
   Le opere minori, oltre che nel Keil (III v. p. 405-528), furono date a parte da Linde-mann (Lngduni Batavoium 1818).
   La poesia geografica è nel Wernsdorf, poetae lat. min. V, p. 2G5-422 ; cfr. 22,? -235 e 123-493.
   Eutiche è nel Putsche, nel Lindemann e nel Keil (V, p. 442-489). Fu pubblicato assieme col Mario Vittorino dal Camerario (Tubinga 1537).
   § 126. Fulgenzio.
   Di FoMo Planciade Fulgenzio (da non confonderà con Fulgenzio di Ruspe, vescovo sin dal 508, del quale ci restano molti scritti teologici, oltre ad una biografia di lui dettata da un suo scolare a nome Fulgenzio Ferrando), non si sa l'età precisa, benché di certo non debba egli esser posteriore al sesto secolo. Il solo dato ben positivo che lo riguarda è che Fulgenro fu i' certo posteriore a Marziano Capella, da lui citato: del resto non si han che le congetture degli eruditi, i quali ora osculane nel fissare l'epoca del fiorire di lui tra la seconda metà del quinto secolo ed il primo quarto del sesto.
   Fulgenzio aveva in f oventù fatto versi ed aveva scritto un libro physiologicus, circa il numero sette ed il nove Delia natura, che egli stesso cita, ma che più non abbiamo (1). Ci resta un'opera in tre libri Myihologiarum, esposizione e spiegazione naturalistica ed etico-mistxca di cinquanta sette miti. Oltre parecchi errori e le solite allucinazioni mistione e neoplatomche, son notevoli certe curiose interpretazioni etimologiche che egli riferisce, come ad esemp'0 Cybele da xùJo; /3s/3atov, Alpheus da «V/iOsiKS 'pcj e,. Ma l'opera sua più interessante è quella nt tolata De coniinenUa Virgiliana, o poco diversamente, nella quale è dichiarato ciò che gì contiene o meglio si trova riposto in Virgilio, e che è uno dei più strani e curiosi scritti del medio evo latino, e il più cameristico monumento della nominanza del poeta in mezzo alla barbarie cristiana. In un preambolo l'autore si affretta a dichiarare ch'ei restringerà il suo lavoro alla sola Eneide, essendov nelle Buco*' che e Georgiche una tanto recondita profondità di sensi mistici da non potersi onninamente penetrare, essendo cioè il primo delle Georgiche tutto astrologico, il secondo fis'.ononi'co e medico, il terzo tutto relativo all'aruspicina, il quarto musicale, non senza essere infine apotelesmatico, e così via (2). Invoca, dopo, tutte e nove le Muse ; ed ottiene cosi che gli appaia lo spettro di Virgilio, serio e imponente; a cui Fulgenzio con una umiltà che fa strano contrasto con la presunzione cerretanesca che domina nel i.bro, ch'ede che gli riveli dei misteri delle sue poesie quelli accessibili ad una povera e barbara mente. A ciò il poeta annuisce, sebben gli dica homuncule, e gli si volga sempre con un cipiglio da far paura; e dici'.ara che egli nell'Eneide ha voluto porgere un'immagine della vita umana, e comincia dalio sciorinare, a proposi,,o del primo verso, una farragine d'incoerenti stramberie, e dice in fine che tre gradi son nella vita, avere, reggere ciò che si ha, adornare ciò che si regge, e a ciò rispondono rispettivamente arma, virum, primua : perchè arma si riferisce alla sostanza corporea (avere); virum, o la sapienza, alia sostanza intelligente (reggere); primus, o principe, alla sostanza adornante (adornare)-, insomma la natura, la dottrina, la felicità (!). Prima di passare a esporre i singoli libri, Virgilio vuol esser sicuro che Fulgenzio gli sappia riassumere 1 primo libro,