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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   540 libro li. — parte seconda. racconto. i prosatori.
   Expositio sermonum antiquorum, o De abslrusis sermonìbus, clie ha dichiarazioni messe assieme a casaccio e confortate di citazioni impossibili, di sessantatrè parole antiquate e rare.
   V'è pure un Liber absque litteris de aetatfous mundi et hominis, di cne abbiamo solo quattordici 1-bri (I. XlVj, mentre doveva esser, secondo dice nella , refazione, di ventitré. Il contenuto ne è storico, come iodica il titolo, ma è la più. parte storia biblica. È composto absque litteris, o L-nW^lflSj, cioè che da o'-,ni libro fu escluso l'uso di una data lettera; dal decimo» per esempio, il K, dall'unde-cimo fL. Questa opera porta il nome di Fabio Claudio Gordiano Fulgenzio ; per cui alcuni dalla presenza di questi due nomi Claudio e Gordiano, cne al grammatico Fulgenzio non ispettano, e dalla qualità dell'opera, che par loro si misera da non potersi neanche ad un uomo come Fulgenzio attribuire facilmente, sono indotti a credere che si debba ritenere d'altro autore ; mentre altri, ai quali pare che quel Claudio e quel Gordiano, nomi del padiee dell'avo del vescovo Fulgenzio di Ruspe, possano essere da questo stati per errore trasferiti al nostro grammatico, al cui spirito trovan poi convenientissima l'opera in questione, sostengono che la sia senz'altro di Fulgenzio.
   (1) Non pare possa esser suo quello edito dal Mai, Class, auct. VII, p. 589-590.
   (2) Veramente nella biblioteca di Padova esiste un manoscritto del s. XIV portante il titolo: Fulgentius super Bucolica et Georgica Vergili. Ma il nome di Fulgenzio è a un tale scritto gratuitamente applicato. Vedi Comparetti, Revue cr.tique, Agosto 1809, p. 136.
   Bibliografia.
   i manoscritti della Continentia e del Mythologicon rimontan tutti allo stosso archetipo. Il più antico e il migliore ne è il vaticano-palatino del secolo JX.
   Le edizioni di esse due opere sono nei Mythographi latini di Muncker (li, p. 1-184), e di van Staveren (p. 595'783). Il Mythol. fu edito la prima volta a parte da G. B. Pio (Milano 1494), e in parecchie edizioni di Igino fatte a Basilea. Il De Contin. fu edito a parte la prima volta a Heidelberg (1589).
   Si veda Fab. PI. Fulg. do abstr. sermonìbus nach zwci Briisseler Hdss. herausgeg. und literarhistorisch gcwurdigt, vonL. Lersch' Bonn 1844, pp. XXIV-100. Trovasi anche in certe edizioni di Nonio o di Servio, ecc.
   E Liber absque litteris de aetatibus etc----eruit e mss. cod. (particolarmente della
   Sorbona) Jac. Hommey et notis illustr., Pictavus 1694, e Parisiis 1696. Cfr. Reilfersehoid nel Rheìn. Mus. XXII1, p. 133-142.
   Vedasi Zink, der Mytholog Fulgentius, Wiirtzburg 1864. — Jungmann, Quaest. Fulgent., negli Acta soc. philol. Lips. I.i di Ritschl (1874).—Jungmann, Conjectan. Fulgent., Bcgriissgss-chr. d. Leipz. Philologcnversammlg (Lips. 1872). — Comparetti, Virgilio nel medio evo, I, pag. 143-150.
   § 127. I due Placido, Alberico, i. MitograQ vaticani, e I>. Gecilio Mini1 zi ano Apuleio.
   Sotto il nome di un Lutazio o Lattanzio Placido abbiamo, col titolo di Arau-menta Metamorphoseón Ovidii, una illustrazione, o per lo più una parafrasi prosastica dei miti contenuti nel poema ovidiano; e forse dello stesso autore sono certi scolii mitologici alla Tebaide di Stazio (1).
   Non sì deve forse con cotesto commentatore confondere un altro, di cui il Mai ha pubblicato, sotto il titolo di Glossae Placidi grammatici, una filza di Glosse che in ordine alfabetico vanno dalla parola Alwnna alla parola Venulus, e son desunte da più antiche font specialmente da Festo (2). Ulteriori indagini nei manoscritti han mostrato il bisogno che oramai di tali Glosse di faccia una nuova edizione più completa e schietta. Del resto, cotesto Placido sembra fosse cristiano, e vivesse nella Francia meridionale.