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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   capitolo ix. — i grammatici.
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   Assieme a Igino, Fulgenzio, Placido, gli editori dei Mythograhpi latini (3) misero Alberico detto il filosofo, dotto inglese del medio evo (4), di cui si ha un De deoruniima-ginibus libellus. Il Mai ebbe poi a pubblicare altri tre myihograplii vaticani (5). Il primo di questi, che si mostra pagano, in tre bri dà dugentotrentaquattro rr>it.', greci e romani, compilando dal commento di Servio a Virgilio, da Lattanzio Placido, ed anche, almeno nel libro secondo, da Fulgenzio Difficilmente si dovrà cotesto primo mitografo vaticano ascrivere col Mai al quinto secolo, bensì piuttosto alla prima metà del secolo sesto. Se, come il Mai avverte, esso porta scritto in cima « Ilygini libri fabularum », ciò si dovrà meramente all'essere 1 nome d: Igino diventato il nome tipico della mitografia per le scuole, al modo che lo era Donato per la grammatica. Il Secondo mitografo vaticano, che, da antiche fonti pur esso, dà notizie sopra singole divinità e miti, par più recente del primo. E pii recente di tutti, anzi addirittura si tardivo che si pensò identificarlo al prenominato Alberico, è il terzo mitografo : De Diis gentium et illorum allegoriis.
   A determinar la patria e V età di L. Cecilio Minuziano Apuleio ci mancano sicuri dati. Certo, col grammatico Apuleio annoverato da Svetonìo non si può, come il Mai dapprincipio fece, ident ficarlo. Il suo scritto .De ortliographia, edito la prima volta dal Mai (6), ha del merito per il frequente riferì -visi di anticli e perduti scrittori; sennonché, par piuttosto un frammento di più vasta opera sul soggetto.
   Sotto il nome stesso di Apuleio si hanno due scr tt De nota aspirationis e De diphtlìongis, che videro già la luce, a quel che pare, nei secolo decimoquinto, ma son poi stati richiamati in vita dall'Osann che li trasse da un manoscritto di Wol-fenbuttel (7). Sono due scritti che lian tutta l'aria di essere estratti da più vasta opera anteriore. L'Apuleio, che ne è dato per autore, secondo l'Osann è diverso dal Cecilio Apuleio poco fa menzionato, ed è non anteriore al decimo secolo. Madvig però ritiene addirittura anche il De orthcgraphia per una falsificazione della fine del quattrocento, contro la qual accusa di apocnfia 1' Osann lo difende (3)„
   (1) Si trovano gli Arguraenta Met. in qualche edizione dell'opera di Ovidio, e nei My-thographi lat. di Muncker, II, p. 189-300. Gli scolii alla Tobaide souo in parecchie edizioni di Stazio, Veggasi lo scritto di Schottky, De pretio Lactantiani comm. in Stat. Theb., et de nomine, philosophia (mistico -pagana) et astate (5.° secolo) commentatoris (Vrasisla-vite 1846). Ed anche Corsi, Le glosso lat. di Luttazio PI. accresciute per un nuovo cod. del s. XIV, Pisa 1846; Annali delle (Jnivers. toscane, I, 1, p. 149-174.
   (2) Vedi Class auct. e Vatic. codic. Ili, p. 427-503.
   (3) Muncker (Amstelodami 1681), e Van Staveren (Lugd. Batav. 1742).
   (4) Citiamo Klussmann, De Alberici mytnogr. cod. Gothan.II (Rudoistadt 1868).
   (5) Class, auct. e vat codic. editi, t. Ili, Romse 1831. E poi [G. II. Bode, Script, rer. mytb. latini III, Cellis 1834 (2 voi.).
   (6) Jur. civ. et Symm. Part. C. J. Victoris ars rhot. L. C. M. A. fragm. curante Angelo Majo, Ilomse 1823.
   (7) L. Caec. Min. Ap. de ortnographia fragm. et Apuleji miuoris de nota aspir. et de diphth. lib. duo edid. et animadvers, auxit Fr. Osann, Darmstadt 1826. 1
   (8) Vedi J. N. Madvig • De Apul. fragm de orthogi. Comm. Havniaa 1829 ; Osann, ne' Jahn's Jahrbuch. d. Philol. 1830; li, 3; p. 306 segg.
   § 128. Isidoro ed altri grammatici ecclesiastici.
   Isidoro, vescovo d Siviglia (Sevilla), scrisse molte opere di dispartissimo argomento: fece storie, lib» di filosofia, specialmente di filosofia naturale, di teologia, e di grammatica; ma quella per la quale egli è celebre, e che fece testo nel medio evo, e che ha più spec. ile attinenza col soggetto che ora trattiamo, è l'opera intitolata Origines s. Eiymologicc; la quale, rimasta incompleta per la morte dell'autore, (che lo sorprese tra il 630 e il 640 d. C., in età, pare, abbastanza inoltrata), fu dal