540 libro li. — parte seconda. racconto. i prosatori.
vescovo Braulione, che avevalo istigato a scriverla, distinta in venti libri. Essa t'orma una speue d; enciclopedia relativa a quel tempo; nei primi cinque libri tratta di grammatica, retorica, introduvone alla filosofìa, dialettica, aritmetica, musica, astronomia, medicina, giurisprudenza, e di un po' anche di cronologia e di storia ; nel sesto tratta della santa scrittura, nel settimo ed ottavo di Dio, degli angeli e roba simile, nel nono delle differenti lingue, dei nomi di popolo, delle dignità dello Stato e cosi via, e nei libri rimanenti tratta di etimologie ; nelle quali certo egli non dà grande prova di critica o di sano metodo, ma tuttavia ci riesce sposso interessante per ciò elle cita di antichi scrittori. Ai medio evo l'opera riuscì accettissima, chè esso vi trovava proprio il conto suo: e n'è prova, tra l'altre, il grandissimo numero di manoscritti che ce l'han tramandata e che, secondo i calcoli d'un editore della fine dello scorso secolo, ascendono a centoventi o poco più (1).
Delle altre opere di Isidoro ebbe anche gran credito nel medio evo il De natura rerum, un manuale dove raccolse quanto parvegh più degno d'esser noto della natura (2).
Lo scrittarello De differentiis s. proprielate verborum, in tre libri, è tolto in parte da Agrezio e da più antichi grammatici. Dammene è l'altro scritto grammaticale' liher Olossarum (3).
Tra coloro che, seguitando l'opera d'Isidoro, disposarono alla professione religiosa e alle più alte dignità ecclesiastiche gli studi grammaticali antichi, e vennero così a creare definitivamente quello stato di cose che ebbe attestazione fin nel linguaggio comune, ove la co divenne sinonimo di ignorante, e chierico ui istruito e dotto, noveriamo qui alcuni grammatici, dell'ottavo secolo all' ncìrca tutti. Notiamo 1' Ars Tatuinì (Tatuino, elle e lodato da Beda, mori arcivescovo di Canterbury). Notiamo il De metris dì Aldelr.io, pubblicato dal Mai (4), libro tratto da più antichi grammatici che trattaron questo soggetto. Adduce ad esempi molti luoghi- di antichi poeti, e dà relativamente una buona idea dello zelo con cui la poesia latina era studiata nei chiostri inglesi. Abbiamo naturalmente a citare in particolar modo il De orlhographia, e il De metrica raHone di Beda il Venerabile (5); e il primo di questi libercoli si ha in un manoscritto di poco posteriore all'età dell'autore. Il Mai trasse anche da un codice vaticano e pubblicò una gram-mat'oa, una Ars, domini BonifacU archiepiscopi et martyris (é).
(1) La edizione principe delle origines è quella augebu^ghese (Augustae Vindeli-corum, 1472, in fol.) Unite a Marziano Capella furono nell'edizione cum scùoliis B. Vulcanii (Basileae 1577). Nel Corpus Gramm, di Lindemann, voi III, por opera di F G. Otto (Lipsia 1833).
(2) Un'edizione a parte ne fece G. Becker (Berolini 1857).
(3) Notiamo qui le edizioni complessive di tutte le opere di Isidoro: Parisi 1580, stud. Margarini de la Bignè. — Cum notis G. B. Perez et I. Gnal, Madriti 1599 e 1778. — recens. cum. var. not. per Jac. au Breul Parisus i661, Colomae 1617. — Ma l'edizion principale è quella romana, in sette volumi, (1797-1803), curata da Faustino Arevalc ; e riprodotta nella Patrol. di Migne, LXXX1-LXXXIV.
(4) Class. Auct. Y, p. 501 segg. e quindi nell'edizione complessiva delle opere di Al-delmo curata da Giles (Ozoni 1844), p. 216 segg.
(5) Vedi Putsche, Gr. lat. p. 2327 segg, £350 segg. e nel tomo I dell'edizione basiieese delle opere di Beda, e nel voi. VI di quella di Giles (Londra 1843).
(6) Class auct, VII, p. 475 segg,
§ 129. Virgilio Tolosano e la decadenza ultima della grammatica.
Le opere grammaticali dei bassi tempi che testé abbiamo enumerate danno un'idea assai sconfortante dello stato delle menti d'allora, le quali vedons ridotte a rimuginare sempre antichi testi grammaticali, scorciarli, rimpastar' , meccanizzarli, senza ombra di originalità neanche nelle minuzie. Ma l'idea thù sconfortante