10 CAPITOLO III.
norma a aeapito dell'unità. Essa ei mostrerà inoltre elie, mentre l'indipendenza fu aumentata ordinariamente colle forze locali e paesane, la maggiore unità si ottenesse per impulso c ingerenza straniera. Solo ai nostri giorni, dall' età romana in poi, vedemmo le duo tendenze equilibrare, e ridare, o quasi, coli' ajuto delle forze del paese e per impulsi esteriori, l'Italia una e indipendente.
Da un eccesso di unità e d'indipendenza, che eontraddistingue l'età romana, repubblicana c imperiale, si passa, eoi primi stanziamenti barbarici in Italia, a uno stato incertissimo, in cui il nuovo elemento dominante ha piena la sua indipendenza, ma ineerta, e senza stabile eentro ed amministrazione, l'unità.
La restorazione imperiale bizantina, di eui il regna di Teodorieo si può dire la preparazione, aggregando l'Italia all'impero d'Oriente, ei dà un eeeesso d unità, mentre gravemente infirma l'indipendenza del nuovo stato gotieo-romano.
La discesa dei Longobardi determina la quasi piena indipendenza della nostra regione; ma al tempo stesso ne eompromette seriamente l'unità: solo tardi i Longobardi arrivano in fondo alla penisola, ne giammai l'hanno tutta, e la frantumano poi per molto tempo in -signorie slegate e disordinate.
La restorazione imperiale carolingia, ehe ravvivava tra noi il veeehio partito nazionale romano, ei riaccostava all'unità, senza tuttavia farcela raggiungere in quel grado ehe s'era posseduta nell'età bizantina o nella romana; e per eonverso ei fa perdere più d'indipendenza che l'Italia non ne avesse perduta per la restorazione bizantina.
Cresee l'indipendenza e seema d'un tanto l'unità, quando agl'imperatori ea-rolingii sottentrano i regoli e pieeoli imperatori di casa nostra, o venuti di Provenza e Borgogna.
La ristoratone imperiale sassone ci fa ribalenare dinanzi l'antica grandiosa unità carolingia, ma al tempo stesso distrugge quella debole indipendenza goduta inettamente sino allora, sotto governanti nostrani.
I cinquanta anni, che tengono dietro all'ultimo degli Ottoni, sono più tristi, i più desolati d'ogni vita politiea che l'Italia abbia mai vissuto: le aspirazioni all'unità e all'indipendenza nazionale hanno avuto allora il loro minimo di vigore.
Ma eon Gregorio VII, ehe tenta di sottrarre alla soggezione imperiale le sue seliiere d'eeclesiastiei ; eoi sorgere o risorgere delle attività politiche loeali nei eomuni dell'Italia superiore e poi anehe della media; eolio stanziarsi dei Normanni nel Napoletano e in Sicilia, dove fondano, a danno dell'impero greco e degli invasori agareni, un nuovo regno indipendente: si vede chiaro determinarsi da un capo all'altro d'Italia un grandioso rinascimento politico, la eui tendenza più spiccata è 1 indipendenza. Questa indipendenza tuttavia non v è eereata e ottenuta a danno di alcuna reale unità politiea ehe vi fosse prima; che anzi, contemporanei a questo movimento indipendente, si svolgono i germi di alcune robuste unità locali e regionali, che aiutano la difesa della libertà.
La restorazione bi.jeriale sveva r 'solleva l'ideale unitario eeeessivo dell'età sassone, dell'età carolingia, dell'età bizantina e romana; e a vantaggio di questa grandiosa unità ideale, cerca di abbattere o di affievolire le pieeolc unità parziali, e rieongiungendo l'Italia alla Germania, abbatte e affievolisce l'indipendenza che i nostri padri aveano fondata in quelle loro pieeole unità. Il Barbarossa, in questa sua restorazione imperiale, ebbe aus: iaria jma grossa maggioranza d'Italiani, uomini di toga e uomini di spada, ehe vagheggiavano il ritorno delle leggi e dei fasti antiehi. botto il secondo Federigo, nato e cresciuto tra noi, l'Italia è già vicina a riacquistare integralmente la sua unità: e ciò con danno non grave della sua indipendenza. Fu questo splendido momento della nostra vita politiea che offerse la materia con eui Dante e Peti-area plasmarono un ideale politico, predicato da loro a generazioni che ormai s: mettevano per altro eammino.
La reazione guelfa, promossa dal papa e dalla Francia, nemica naturale di