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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO IT
   LA VITA PRIVATA ITALIANA DEL CINQUECENTO (').
   Se già era difficile trovare il filo conduttore tra i labirinti della politica italiana del cinquecento, e vedere qual fosse il concetto che vi si veniva manifestando e attuando; molto più difficile icsce il rilevare con chiarezza il movimento dei costumi italian nella stessa età c determinarvi le evoluzioni del concetto e del sentimento di moralità. Nò mancano già i fatti da paragonare e classificare, per obbligar] a rivelare quell'idea generale che cos. tuiscc la caratteristica d'un'età: abbiamo c'.inanz a noi numerosi diaril, epistolarii abbondanti, biografie, autobiografie, una serie ricchissima di novelle, molte commedie; abbiamo infine non pochi trattati riguardanti la v:ta privata, e che ne riassumono il concetto presso le diverse elassi sociali, e nelle diverse età del cinquecento. Ma l'abbondanza del materiale da studiare non allevia la difficoltà dello studio. Questa gran massa di prove giace là confusa: i stanno mescolat: ta* fatti che non hanno valore alcuno, e altri che hanno in se tutto il secreto di quella vita ; alcur sono fenomeni della v ta quotidiana, altri sono assolutamente eccezionali. Lo studioso potrà quindi ben propors di essere imparziale e spregiudicato, di voler lasciar parlare le cose, e far sì che il giuó.^o prorompa spontaneo da loro; in realtà molto resta riserbato al suo criterio, col quale egli deve raccogJ sre, fra i molti, quei fenomeni che gli sembrano importanti e Hi importanti ordinare ; cosicché non pare eccessivo lo scetticismo del Burckhardt quando scrive : u I contorni ideali del quadro d'una data civiltà presentano una importanza » divorsa ad ogni osservatore; e quando poi trattasi di una < v: tà che, come n madre immediata, continua ad influire sulla nostra, quasi r esce impossibile di , evitare che ad ogni tratto non si rìdesti il sentimento e il giudÌ2iO subbiettivo » tanto di chi scrive, che di chi logge. Nell'ampio mare nel quale ci avventuriamo, » le rie eie direzioni possibiT son molte: e gli stes studi intrapresi per questo » lavoro assai facilmente potrebbero in mano ad altri non solo ricevere uno svi» luppo ed una trattazione diversa, ma porgere occasione altresì a conclusioni del » tutto contrarie » (2).
   Ma pur concedendo che, variando anco : punti di vista, siano identici i critcrii morali, con cui lo studioso, che non si lasci preoccupare da idee trascendenti, giudica dei fatti del cinquecento; le difficoltà d'un oquo giudi: o non tutte son tolte: il cinquecento è un'età immensa, diversissima nelle diverse sue fa„i: e un giudiz' >,
   (1) Cantù, Storia degl'Italiani ; Torino, 1858. — Gregorovius, Lucrezia Borgia, secondo documenti e carteggi del tempo; Firenze, 1874. — J. Burckhardt, La ci viltà del secolo del rinascimento in Italia; Firenze, 1876. — P. L. Cecclii, La donna e la famiglia italiana dal secolo XIII al secolo XVI [nella Nuova Antologia, 1 e 15 ottobre del 1878].
   (2) 0. c., I p. 5,