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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO III.
   che voglia rappresentarne la media, ricsee per necessità poco o molto fallaee. E fallace lo rendono anche la diversità tra le elassi soeiali, molto più grande allora ehe non sia adesso; e la circostanza aggravante, che i fatti giunti a nostra notizia riguardano più speeialmente le elassi più elevate, la vita delle eorti, dalla quale è malagevole arguir quella delle plebi. S'aggiunga infine la differenza, anehe questa più grande allora che adesso, tra provincia e provincia, così ehe eiò eh'è vero di Mantova e di Urbino, è falsassimo per Roma e Venezia; e il costume di Napoli c'è dato nella stessa età per oppostissimo a quello di Sicilia. Tutte queste difficoltà ci fanno sentire il bisogno di somma cautela nella riecrea, e una certa diffidenza contro le nostre conclusioni stesse, anche quando le ci paressero con rigore ricavate da fatti ben certi.
   Ora, per venire all' argomento, noi procureremo prima di tracciare il movimento del concetto di moralità nel cinqucccnto; e passeremo poi a vedere gli effetti delle evoluì oni di questo concetto sull'intimo organamento della società.
   E prima di tutto, che cos'è la moralità? L'idea che gli uomini hanno avuto del bene e del male ha di continuo mutato: oggi stesso un fatto come la bigamia è punito tra i cristiani ; e par normale o lodevole tra i mussulmani. 11 concetto del bene e del male, ossia della moralità, benehè abbia in se un lato costante, così eome tutte le varietà della razza umana hanno qualcosa di eostantc ehe appunto le distingue dalle altre razze animali, ha oscillato e continua ad oscdlare in stretta dipendenza dai tempi, dai luoghi, dalle condizioni insomma degli uomini che lo determinano e vi si vogliono conformar nella pratica. I Greu lo espressero eon una parola felicissima, dicendolo tò rà npiniv « il conveniente ». Per
   loro, tutto ciò ehe intimamente conveniva ad un individuo, ad un'età, ad un popolo, quello era buono, quello era morale per quell'individuo, per quell'età, per quel popolo. Certo il ha in sè qualche cosa di mal sicuro, di mal detcrmi-
   nato, e non può convenire che ad una società colta e intelligentissima; ma esso è fatto apposta, colia sua intima pieghevolezza, per far evitare le grandi e terribili crisi del eostume. — Noi moderni, eredi dei gravi Latini, paliamo di modalità e d'atti morali o immorali, venendo così impLoitamcnte ad ammettere che sia buono e conveniente oiò che è nei moresciò che fi è costumato e che quindi, buono o catti vo, più non offende. Vero è bene ehe i mores o costumi sono un prodotto delle intime attività e condizioni d'una società, e che, quindi, ciò che è nei mores è anche nella natura stessa, e seguendo essi s segue la natura umana in tutte le sue convenienze, in tutti i suoi xeAxovt«. Vero è ancora che con questo coneetto di mora\ità un'età di belli costumi e cn le si prolunga, se non altro per forza d'inerzia, per ciò che i suoi mores tradotti in teon a s'impongono alle gencraz >n che succedono. Ma è pure innegabile ehe molti e grav sono i danni che derivano da un eoneetto del bene e del male così pedantesco, e ehe sì male risponde alla realtà delle eose. Per esso, infatti, si nega a priori ogn potenza cvolu iva degli spiriti e li s lega indissolubilmente alla trad.^ionc, al passato, ehe può essere stato eattivo, o perchè ritenesse della barbarie e best: alita originaria, o perchè alla barbarie ed alla bestialità si fosse riaccostato per un passaggero traviamento.
   Sembra a molti elle il difetto della nostra volgare concezione della moralità sia largamente compensato dalla base trascendente che il cristianesimo gli ha saputo fornu'e, facendo erodere a un ordine di forze superiori che tutelino la giustizia delle v icnde umane e tolgano nell'avvenire quelle eontradó;zion tra colpe e punizioni, tra meriti e premi, ehe danno apparenza ( sarmonica alla vita presente; e garantendo così al nostro concetto d moralità una efficacia che forse mancava al greco, e clic ben può supplire, per gli effetti pratiei, ai danni della intrinseca sua parziale fallacia. Per il nostro scopo è affatto inutile entrare nella critica della base trascendente che il cristianesimo ha dato alla moralità, A noi basta