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CAPITOLO III.
novelle sono quasi tutte del principio del secolo: e se l'Ariosto nella ben nota satira-epistola al Bembo, raccomandandogli di trovare un onesto maestro al figliuolo Virginio, afferma elio
Senza quel vizio son pochi umanisti Che /e' a Dio forza, non che persuase Di far Gommorra e i suoi v icini tristi,
0 se prosegue dieendo:
Ride il volgo, se sente un ch'abbia vena Di poesia, e poi dice: è gran periglio A dormir scco....
si sente già un'onesta indignazione, non solo nel poeta ebe ne parla, ma anebe nel volgo accusatore. E se il vizio, nel 1528, era, secondo l'Ariosto, ristretto ad alcuni umanisti, eiò indicherebbe già un ben notevole miglioramento in confronto del sceolo XV. Ma i due fatti ehe ne provano la quasi completa scomparsa, sono quelli del Bonfadio e di Pier Luigi Farnese. Questi (1538), eome principe e figlio del papa, restò bensì impunito, ma destò l'esecrazione di tutta Italia (1): .1 Bonfadio , dietro aecusa non bene accertata, ne perdette il eapo (1550), (2). A tnesser Brunetto e agli altri suoi simili non sappiamo ehe Firenze desse noja al-euna: la moralità offesa aspettava la sua rivendicazione da Dante, e dal calunniato cinquecento.
L'amor patico, insomma, può benissimo essere stato alquanto ravvivato tra
1 poeti e gli umanisti dallo studio e dall'amore dei eostumi pagani; ma il vizio era largamente diffuso in Italia e in Europa ben prima del rinascimento classico: e il cinquecento, ehe comunemente si aeeusa d'esserne stato infetto più d' ogni altra età, è il seeolo che l'ha veduto poco a poeo svanire e venir surrogato dall'amore della donna, per le sue diverse gradazioni d meretrice, di cortigiana, di concubina, di moglie. — Vediamone il modo.
Erronea è la credenza, ehe al medio evo sieno mancate le prostitute: mime e eantanti e giocoliere vagavano, perseguitate dalla Chiesa, di paese n paese, affollandosi in 'specie sulle vie che eonduccvano ai luoghi di pellegrinaggio. Di una femmina pubblica nasceva il trovatore Mareabruno o Mariabruno (3) sulla fine del secolo undeeimo : e una donna pubblica veniva sposata da Graueelmo Faidit, altro trovatore, celebre per aver cantato gl i oechi di Maria da Ventadorn, sulla fine del seeolo deeimo secondo (4). Ma certamente nel medio evo il meretricio non potè assumere quelle vaste proporzioni ehe ebbe poi e in parte tuttora conserva. Lo rest) ingeva, da un lato la frequente sodomia, c più aneora la lassezza dei ma-trimonii; e dall'altro, l'abbondanza di schiave domestiche o rurali, che faccvan le veci della prostituta: tra le domestiche, infatti, e'era la classe speciale delle ca-mererim, ossia di quelle amate dal padrone.
Lo sviluppo del meretricio fu dovuto sia alla diminuzione o finale abolizione della schiavitù, e sia ad un miglioramento de costumi, al ritornar dell'amor sensuale verso le normali sue vie. E che il meretricio fosse considerato come rimedio a mali peggiori, l'abbiamo già veduto parlando della sodomia, ed altri fatti stanno là ad attestarlo. Le prostitute erano dapprima relegate fuori delle e;',tà, ne' sobborghi;
(1) B. Varchi, Storia fiorentina, lib. XVI in fino — Si vegga tuttavia la nota che alla narrazione del Varchi soggiunge L. Arbib nell'edizione fiorentina del 1813.
(2) Tirabos^hi, Storia dalla leu. ital.; Venezia, 1824, voi. VII, p. 1345 e seg. Confrontisi tuttavia il Ginguené, Hist. litt. d'Italie, VII, 328 seg.
(3) Dubito, in fatti, che un primo error di lettura abbia traslormato Mariabrun in Marcabrun. Il nome gli deve essere venuto dalla madre, Donna Maria Bruna.
(4) Fr. Diez, Lebon und Werhe der Troubadours, p. 3tìl seg.