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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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a cura di Federico Adamoli

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   LA VITA POLITICA ITALIANA DEL CINQUECENTO.
   Il
   neva a Roma una specie di corte, dove convenivano poeti' prelati, cardinali, politici. Quando lasciò Roma per Bologna, Pasquino la perseguitò co' suoi motti. A Bologna, a Ferrara, a Venezia continuò la stessa vita, contraendo amie.-ne e mescolando amori co' più. valenti letterati del tempo^ Intimo fu con lei il Muzio: e n'ebbe a Venezia i favori anche il pio Bernardo Tasso. Godeva d'essere messa in isehiera con Saffo, Corinna ed Aspasia. Invecchiata, visse con decoro s dedita alla pietà in Firenze (1).
   Una varietà più umile della cortigiana, qualcosa di mezzo tra la cortigiana-concubina e la meretrice volgare, era la signora (2), il cui tipo ci può essere rappresentato dalla Isabella de Luna, di cui riferisce più cose ;l Bandello (3).
   Così noi troviamo nei bass fondi sociali del cinquecento la meretrice; nei mediani la signora; nelle alte sfere la cortigiana. E la donna dov'era?
   Il Burckhardt dice: u Nell'Italia del rinascimento c'è questo di proprio: che « il matrimonio e i suoi diritti forse più che altrove, e in ogni caso più delibe-» ratamente che altrove, vengono calpestati (I). n Ma certo qui l'egregio tedesco intendeva parlare più del secolo decimoquinto che non del dccimoscsto: e tutti i fatti che noi abbiamo ricordato fanno contro alla sua affermazione (5). L'aumentare delle prostitute, e il loro affinarsi in signore e cortigiane, accenna già chiaramente al sentito bisogno di rispettare la donna altrui, di salvar la famiglia. E il Burckhardt stesso aveva detto in altro luogo del bellissimo suo libro , che il rinascimento si provò u di fondare la famiglia », con u uno studio accurato e giu-u dizioso di tutte le questioni ìiguardanti la convivenza, l'educazione, l'organate zaz;)ne della medesima (6). n E chi consideri il cinquecento, non in sè e per sè, ma di fronte al quattrocento e al!età precedenti, dovrà convenire che ijg, esso un gran passo s'è fatto per restaurare il sano amor della donna, e per avviarlo alla cos tuzione Sicura della famiglia, che già nel quattrocento bi veniva materialmente preparando, come appare in 'specie dal libro del Pandolfìr Alberii.
   Quanto basso fosse caduta la famiglia nel medio evo pochissimi sanno immaginare. In qu.ell' immensa barbarie, la famiglia andò disciclta non meno dello stato. Basti ricordare che dell'wasor latina, della legittima moglie, fu dimenticato persino il nome: nel medio evo, V uxor è sostituita dalla mulier e dalla j emina, risorte all'antica dignità nella nostra moglie e nella fomme (7) dei Francesi. Nulla parve allora così spregevole e grave quanto il matrimonio: gli ecclesiastici se ne astenevano per dovere, i cavalieri per eledone; gli uni v:. supplivano colla focaria, gli altri colla dama (moglie d' altri) in cui s' intendevano. 11 nostro Dante sposa Gremma Donati, che non ama; ed ama Beatrice Portinari, che non sposa e non mostra desiderio di sposare, poiché, secondo la sentenza del tempo u 1' amore e matrimonio s'escludono ». Il Petrarca nulla ci dice della donna o delle donne da cui ebbe due figliuoli, e mai non rifinisce di esaltarci quella Laura, che ben pare essere stata moglie d'altri. Il Boccaccio, gran donnaiolo, affetta sommo disprezzo per il matiimonio, e riem] e il suo Decamerone di oltraggi alla fede conjugale, e nella u Ut elda n ci narra di tal moglie fedele, che a nr pare alquanto scimunita (8).
   (1) Vedi in ispecie il Ginguené, Ilistoire litteraire d'Italie ; voi. IV, 583-4, e V, 48-9.
   (2) Questa parola, col significato attuale e con quello di « ganza, meretrice », apparisce nell'italiano solo nel cinquecento : e ci viene sicuramente di Spugna, dove se fiora ò voce molto antica. Così di Francia nel secolo decimo terzo ci era venuta la dama (fr. dame — domina).
   (3) Parte II, nov. LI ; e parte IV, nov. XVI.
   (4) Op. cit., II, 227.
   (5) Cfr. P. L. Cecchi, T. Tasso e la vita italiana nel seo, XVI, cap. II.
   (6) Op. cit., II, 174..
   (7) L' antico francese e provenzale hanno ancora, ma raro, oisor «moglie ». Dei dialetti italiani conservò tracce di uxor solo, per quanto sappiamo, il napoletano. Ed è notevole, che anche oggidì le provincie nosU' meridionali godano fama di maggior rispetto per gli obblighi conjugali, e in genere per la famiglia.
   (8) J. Dunlop, iieschichte der Prosadichtungen, 253-4.
   Casello. 4