L4 VITA PRIVATA ITALIANA DEL CINQUECENTO. 27
appositi registri. Anche alla libertà de giovani contraen t. cercava di provvedere il Concilio contro l'autorità dei ricchi e potenti parenti, o del principe stesso (1). Ben è vero che qua e là il Concilio si risente, nelle sue deliberazioni, del rinascente ascetismo e dell'amore rinato alla vita monacale, come quando nel canone decimo sentenzia: u Si quis dixerit, statum conjugalein anteponendum esse statui » virginitatis, ve' coelibatus; et non esse melius ac beatius manerc in virginitate, iì quam jungi matrimonio; anathema sit n ; ma nel complesso bisogna convenire ch'esso si moveva secondo lo spirito de' tempi e ajutava, in misura delle sue forze, la ricostituzione e il consolidamento della famiglia.
Il matrimonio parve ben presto cosa sì sacra, che il severo Pio V, quegli che avea voluto espellere le meretrici da lloma, non dubitò di pun're di morte l'adulterio e la conrivenza del marto (2). Anche la dominazione spagnola contribuiva a diffondere tra no 1 forte senso del punto d'onore, che riguardava por lo più il buon nome de' mariti.
Il costume s' era venuto costantemente mutando, e sempre in megl o : ma in modo che, se sul principi.- del secolo decimosesto si può notare un certo cinismo, una smania quasi di parer peggiori del vero ; sulla fine del secolo i i va all'eccesso contrario: si salvano più presto le forme clic la sostanza, s^ affetta una virtù maggiore del vero: s. fa sentire il gesuitismo.
Così adunque, riassumendo, noi vediamo come l'amore cessi qua? del tutto nel cinquecento di perdersi per le vie anormal e negative della famiglia, e come esso sanamente si rivolga prima alla meretrice, che si rialza sotto 1 nome 'di signora e di cortigiana, e poi anche alla donna, che con rinforzate guarentigie viene sollevata a dignità di moglie. E la famiglia è dunque ristab lica nelle sue basi da questo vituperato e scandaloso cinquecento: età clic certamente per più lati sfigura, se la si paragona alla nostra; ma non si può lodare abbastanza, a fronte del secolo decimoquinto o decimoquarto, e d'altro quale'api del mod ) evo.
Ma se la famiglia vi è ricostituita nelle sue bas , essa non vi è compiuta: mancano i figli. Un acre odore di sensualità spira da gran parte della letteratura del cinquecento; mentre un'altra, più piccola, ha un odore troppo etereo, evanescente. Troppo spesso vi ì vede che l'uomo cerca nella donna specialmente il più grossolano soddisfacimento de'sensj e s compiace a narrarlo, senza fals pudon, in brigata; mentre dall'altro lato alcuni pochi si perdono in aspirazioni trascendenti, e cercano nella donna la bellezza impalpabile dello spirito, un riflesso di Dio, una scala por salire fino a lui. E tutte e due queste preoccupazioni, queste ui i-lateralità dell'aspi ar'ione impediscono anche ai migliori del cinquecento divedere la donna sotto l'aspetto più bello, di cercare in essa la formosa generatrice dei nostri figb >li, sulla quale s raccoglie il dupl.ee sentimento materiale e morale: come quella ch'è al tempo stesso forma trans toiia che affascina e per'sce; e spirito, che si perpetua nelle generazioni.
Così il cinquecento, se da un lato accostava l'Italia all' un^tà politica, e faceva che la nazione senti ise se stessa e s'avT ^asse a vita p à larga e sicura; raggruppava anche gli Italian' intorno al domest co lare, presso il quale si doveva elaborar 1' avvenire. All'Italia politica il cinquecento lasciava mancare quell' indipendenza che fa sentire più vivi i vantaggi dell'unità; all'Italia domestica, esso lasciava mancare il Bglio, che è la più sicura guarentigia dell'un 'à famigliare, c il suo più bello ornamento.
(11 Decr. etc., cap. I e IX.
(2) Cantù» III, 505. La pena di morte era minacciata anclie dalle leggi bretoni medioevali contro qualunque dor.na non maritata, che fosse convinta di colpa carnale. Ma la legge non riguardava veramente che le donne capaci di dare eredi alle signorie feudali. V. Paris, Les romans de la table ronde, II, 9-10.