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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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a cura di Federico Adamoli

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   212
   capitolo sesto.
   Perchè lasciasti, ohimè! così per tempo, Invida Aurora, il tuo l'itone antico, E del partir m'accelerasti il tempo?-
   Ti potess'io, come ti son nemico, Nuocer così! Se il tuo vecchio ti annoja, Che non ti cerchi un più giovane amico, E vivi, e lasci altrui viver in gioja't (1).
   Ma poiché il suo affetto non è legale, e nulla obbliga Alessandra ad essergli cortese; e gli sguardi degli invidiosi e dei malevoli sono aperti; ed Alessandra stessa ha i suoi capricci o i suoi sdegni non ingiustificati, ceco che il poeta ci narra anche gli affanni di una notte perduta in vane speranze (2); e sempre ò costretto a raccomandare a se c agli altri il riserbo e il silenzio. JSolo più tard1 quando egli aveva sposato Alessandra, ed era ancora pericoloso, ma non più indelicato lasciar trapelare il segreto, egli si sfoga così:
   Forza c alfin che si scopra e che si veggia Il gaudio mio, dianzi a gran pena ascoso, Ancor ch'io sappia che tacer si deggià. . . .
   Soppiai chi'l vuol saper, ch'io son sì pieno, /Sì colmo di letizia e di contento, Che non lo cape a una gran parte, il seno ;
   Ma la cagion del gran piacer ch'io sento, Non vuol che suoni voce o snodi lingua: E faccia Dio (se mai di ciò mi pento) Che l'uno, svelta sia> l'altra si estingua (3).
   Che se in tutte queste liriche apparisce più presto l'amante, ch'i il marito, e l'idea della convivenza famigliare n'è esclusa del tutto; l'Ariosto mostrò altrove di aver ben meditato e sentito anche il problema del matrimonio.
   Kella satira quinta, il nostro poeta s'è soffermato a discorrere ex-professo dei rapporti matrimoniali, c del modo di sceglier moglie e di quello di custodirla. Egli crede
   che senza moglie a lato Non puote uomo in bontade esser perfetto (4).
   Chi non ha moglie, è costretto ad andare a infestar le case altru±; poi
   Non sa quel che sia amor, non sa che vaglia La caritade; e qirindi avvien che i preti Sono sì ingorda e sì crudel canaglia (5).
   Ma chi la vuol prendere, lo faccia presto; che le donne, lui 1 marito per vecchiezza non basti, trovano qualcuno
   Che sovviene- alle pover' bisognose (6).
   E c'è di peggio, nel
   (1) Op. cit.j I, p. 224-5.
   (2) Ib.
   (3) Op. cit., I, 222-3.
   (4) Op. cit., I, 171.
   (5) Ib.
   (61 Op. cit., I, 172.