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capitolo vii.
Con sonora, alta e chiara voce cante,
Cinto le bianche chiome
Di lauro, i suoi diletti e'I vostro nome (1).
E quando egli finalmente è dappresso a lei, poco gli importa dei tumulti guerreschi, che rumoreggiano lontani:
Mentre Germania e il grande Augusto armato . . . Fanno di sangue uman molle ogni prato . . .
Noi in dolce d'amor grato diporto Viviamo i giorni qui festosi e chiari Senza cura provar grave o molesta
Cosi' n questa del mondo atra tempesta, Senza cercar errando e terre e mari, Sorgerem colla nave in queto porto (2).
La morte di Porzia poi ispirò a Bernardo numerot» sonetti, alcuni dc'quali rivelano un sentimento vivace:
Cimi queqh occhi belli, onde piovea Dolce grazia e virtute a tutte l'ore ; Colla cui chiara e nobil fiamma Amore Di leggiadri desìi l'alme accendea;
Oimè, quel vino, ove suo seggio avea Bellezza e castità, donde l'onore Discopria sfavillando il suo splendore Spent'ha la Parca JÀspietata e rea (?>) . . .
O bella, o saggia, o casta, o d'ogni onore, Che più s'apprezza qui, ricca ed altiera, Deh! perchè sì fugace e sì leggiera Te ne volasti al tuo primiero Amore,
Me qui lasciando in tenebroso orrore, Come augellin che da mattina a sera In secco ramo la cara mogi1'era Piagne, sospira, e di ciò ciba il core? . . .
China gli occhi e mira Piangerti in morte quel che t'amò n vita (4).
Ma non solo gn affetti conjugali trovarono nel cinquecento un così delicato interprete; anche dogi altri affetti domestici abbiamo qua e là qualche notevole traccia.
Ne abbiamo nell'Ar.osto, che dopo aver pianto in versi latini la morte del padre Nicolò, ricordò con affetto nella satira seconda anche la vecchia madre:
L'età di nostra madi e mi percuote Di pietà il cuor, che da tutti a un tratto Senza infamia, lasciata esser non puoia (5).
E scrisse la set^ma per raccomandare al Bembo l'educazione del figlio Virginio.
(1) Op. cit, II, 5i3 segg.
(2) Op. cit., I, 176. T
(3) Op. cit., I, 299,
(4) Op. cit., I, 300.
(5) Opere minori, I, 169.