INTRODlIZIONF..
questa impronta, aneorcliè difettosa, si manifesta, più o meno evidente, in eiaseuna. Ed è un fatto notevole che 1' azione del secentismo fosse 1' ultima che dalle lettere italiane si esercitasse sull'altre di Europa. Ma fu un'azione assai breve. Le nazioni d'Europa non erano avvinte dalle catene clic stringevano da lungo tempo l'Italia; nè le loro letterature, inspirate dalla coscienza nazionale, tardavano a svincolarsi dalle pastoie dell' imitazione per ritemprarsi e reggersi animose per nuovo cammino. Non fu cosi dell'italiana. Vero è che la sceolaru servitù non tolse d'avvertire la mala piega, clic avea sformata da oltre un secolo l'arte; ma gl'Italiani furono ben lontani dall'opporvi un riparo adeguato. Dove a estirpare il male sarebbero stati necessari i più violenti rimedi allopatici, s'usarono invece, se m'è lecita l'imagine, i farmachi più blandi dcll'omiopatia. Fu contrapposto cioè l'artifizio all'artifizio, [ secentisti, non curanti della sostanza, aveano fatto consistere il sommo dell'arte nell'ampollosità della forma. Gli oppositori, anziché ricorrere alla natura, sorgente inesauribile di sentimento, attesero a riformare non il concetto, ma la frase. Quelli s'erano abbracciati di preferenza allo studio del Petrarca, questi a' migliori cinquecentisti, che ne aveano caleate le orme. I primi vi aveano spigolato ciò che sapea di lambiccato, di strano, di esagerato: i secondi le maniere semplici, pure, corrette. L'opposizione, in una parola, fu fittizia; non mirò alla sostanza, ma si circoscrisse unicamente all'apparenza, u Al furore, scrive 1' Emiliani, al contorto, al caustico della letteratura predominante, si pensò opporre una letteratura di spirito mite e pacato; una poesia, chc inetta ad emanciparsi dalle artificiate convenienze della società vecchia, affettasse le vergini sembianze della ingenua natura. Nel nuovo modo di scrivere sono dunque da trovarsi i difetti contrari a quelli de'Marinisti : in questi fuoco, concetti, epigrammi, bistieci, contrasti, contorsioni} convulsioni, ebrietà perpetua; in quelli zelo, semplicità, languore, spossatezza infinita. In ambedue le scuole l'arte riposava sovra sistemi fittizi ed essenzialmente falsi, che per opposte ragioni dilungavansi dal concetto primigenio e sviluppatore delle lettere ».
La caratteristica pertanto, che prevale nella letteratura, è ugualmente la imitazione. In un campo opposto a quello de' secentisti, la nuova scuola persevera, presso a poco, negli stessi difetti. Gli argomenti sono, in generale, futili o triviali : u nozze, funerali, monacazioni, preti e piovani nuovi, nuovi nati, abiti nuovi, amori e collere sempre di testa, non mai di cuore. » Una sola e comune a tutti è la'pompa a cui vanno foggiati, uniforme e continuo l'abuso delle imagini, tolte alla litologia, il repertorio degli epiteti convenzionali, lo scialacquo delle frasi adulatorie. Non v'ha componimento in cui tu non incontri ad ogni pie' sospinto Amore, Imeneo, Giove, Mercurio, Giunone, Apollo, il Destino, l'Immortalità, la Gloria; de' quali chi tira 1' arco, chi scuote la face, chi mena la falce, chi assiste a' parti, chi suona la cetra e chi vaticina il futuro. Alle Laure subentrano le Fillidi, le Ireni, le Ama-rillidi, le Galatee, le Nici, le Glicere, le Clori: augelli, frondi, ruscelli, valli, prati, boschetti sono gl'ingredienti, che si trovano da per tutto, ritratti con le medesime frasi e nelle identiche forine. Gli Arcadi non hanno lasciato di sè una rinomanza più grata de'secentisti : iutesi a evitare un eccesso, caddero in un altro: concordi nel battere una via affatto contraria a quella de' loro predecessori, riuscirono a una meta medesima, avverando seuza volerlo il motto volgare, chc « gli estremi si toccano ». L'opposizione al fare de' secentisti fruttò alle lettarature contemporanee d'Europa il risorgimento: la franeesc segnatamente e la tedesca seppero innalzarsi ^ dal plagio all'originalità: li sola italiana non salì, ma discese per tramutarsi più tardi da maestra in disccpola.