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Storia della Letteratura Italiana
Il Seicento
Bernardo Morsolin
Francesco Vallecchi Milano, 1880, pagine 170

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a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO PRIMO
   ratamente alle speranze ehe s'erano concepite, (ili Arcadi non capirono ehe la semplicità e la naturalezza devono star nello stile e non ne' soggetti; e però il Creseimbeni e gli altri non seppero dare chc quelle famose ti pastorellerie » eon le quali nausearono il mondo. I metri prescelti furono il sonetto, la canzonetta e il verso sciolto, le tre maniere, se cosi si può dire, per le quali si rivelò a diversi intervalli la seuola. Nella prima gli Arcadi tolsero dal Costanzo il coneetto artifizioso e sopra tutto l'arguzia nella ehiusa del sonetto, dilettandosi di ridurlo talvolta in versi ottonari, od anche in più brevi. Affettarono nella seconda una forma dolcissima in apparenza all'orecchio, ina prosaica in sostanza e easeante. Nella terza si piacquero invece d'un fare ampolloso, gonfio, sonoro, dove il coneetto si perdeva smilzo e intisichito, come una figura sbilenca e mingherlina entro le pieghe d'una veste ampia e sfarzosa. Nessun'Accademia ebbe in Italia la rinomanza dell'Areadia; ma fu una rinomanza derivatale meno da' ineriti propri, che dal ridicolo in eui cadde fino da' suoi primordi. I sani propositi co' quali si dette mano al lavoro, non approdarono mai ad alcun buon risultato. L'opposizione, ehe dopo il eorso di quasi mezzo secolo vi fecero contro gli spiriti più eletti, valse a crescerne il disprezzo, non a distruggerne i inali elFetti. Volgiamo ornai alla fine del secolo XIX, e l'Arcadia non ha, si può dire, cessato ancora d'e-sereitar la sua sinistra efficacia in alcune scuole e in alcuni istituti d'Italia. Gl'ingegni flosei ed evirati, che non sanno levarsi sulle ali proprie, trovano ancora in essa di chc baloeearsi.
   Alla istituzione di nuove Accademie porsero motivo gli studi dell'antiquaria, che cominciarono a coltivarsi con vero amore e profitto sull'entrare del secolo XVIII. Vi somministrarono particolare alimento gli avanzi di antichi monumenti, che si andavano disseppellendo in diverse parti d'Italia. Quelle che si resero campo speciale di studi agli eruditi, furono Velleia, Cortona, Roma, Ereolauo, Pompei. Mcn famose delle Accademie de' Lincei, del Cimento e dell'Arcadia, sono le Accademie di Cortona e la Colombaria di Firenze: ma non minore fu per questo la loro utilità all'incremento degli studi. Le origini dell'Accademia di Cortona rimontano al 1726. La istituì u una nobile ed erudita compagnia di letterati che, adoperandosi giornalmente nel gentilissimo studio delle antielrtà etruselie, greehe e romane » seeglievasi a sede u l'antichissima città di Cortona ». E di Cortona si ehiamò l'Aeeademia, dopoché fece campo alle sue indagini il prezioso Museo, che Onofrio Baldelli donava eon animo veramente regale alla patria. Il capo ehe per eomodo maggiore de' soei, dispersi in ogni angolo d'Italia e d'Europa, teneva la sua residenza in Roma, fu detto Lueumone. A metterne in grido l'istituzione s'invocarono non solo i lumi degl'Italiani, ma quelli aneora de' dotti stranieri. Dell'operosità e del valore dell'Accademia rimangono « i Saggi delle dissertazioni Accademiche », incomineiatisi a pubblicare verso il 1740. All'Accademia di Cortona tenne dietro a due lustri di distanza la Colombaria di Firenze, affine di intendimenti e di studi alla consorella, e divenuta eelebre per la parte ehe vi presero sin da principio gl'ingegni più eletti della Toscana. L'Accademia di Cortona e la Colombaria di Firenze furono, se pur è leeita l'espressione dell'Alighieri, la poca favilla secondata da una gran fiamma. Presero l'esempio e le mosse da esse i molti istituti archeologici, sorti successivamente in Italia ed altrove.
   Più recenti delle prime Accademie, ma non posteriori di molto alla metà del secolo XVII, ebbero principio in Italia i Giornali, o a dir meglio, le Riviste letterarie e scientifiche. Non ehe prima d'allora fosse ignota agl'Italiani questa maniera di letteratura. A quelli che ne vorrebbero tolto l'esempio dagli stranieri, e propriamente da' Francesi ehe avevano fondato fin dal 1665 il u Giornale de' Dotti », si potrebbe rispondere chc da oltre cent'anni erano già useitc in Italia le u Librerie » d'Anton Francesco Doni, c da quasi cinquanta le u Decisioni della Rota Romana » del Farinacci, un ottimo periodico di giurisprudenza. U