MECENATI — ACCADEMIE — (ÌIORNALT, ECC. 15
u Giornale de' Dotti » risuscitò piuttosto negli Italiani il pensiero di ripigliare c> so vuoisi, anche di riformare il lavoro, alcuna volta capriccioso, del bizzarro fiorentino. Di non altra natura ò a ritenersi il u Giornale de' Letterati » pubblicatosi in Roma dal 1668 al 1679, ora in dodici ed ora perfino in diciotto fascicoli annuali. L'opera di Francesco Nazzari da Bergamo non valse però a guadagnare ad esso quella riputazione, a cui l'avrebbero potuto condurre i savi consigli c la molta dottrina di Michelangelo Ricci. L'imitazione del periodico francese vi si rivela troppo ligia c troppo servile, perchè si possa considerare di tipo veramente italiano. Foggiato sul ti Giornale de' Dotti » e non inferiore ad esso per la bontà della dottrina è il periodico uscito con ugual titolo in Roma dal 1675 al 1081. Lo levarono in grido sopra tutto le Conversazioni di Giovanni Ciampini, un prelato romano, profondo non sai più se nella erudizione sacra o nella profana.
Nessun conto merita il « Giornale », uscito interrottamente in Venezia dal 1671 al 1689. Si sa che scorretto com'era nella forma e povero di sostanza, non ebbe a esercitare alcun potere su' contemporanei. Misero plagio del periodico del Nazzari passò quasi inavvertito. Degno invece del compilato dal Ciampini vuoisi riputare il u Giornale de' Letterati » , ehe Benedetto Bacchini, un claustrale dottissimo, pubblicò a diversi intervalli nel giro d' anni che dal 1686 si protrasse al 1697. Lo rendevano prezioso soprattutto i ragguagli quanto chiari, altrettanto succosi delle pubblicazioni, che si succedevano in Italia, la novità dell'erudizione, la sodezza delle dissertazioni di materia svariatissima, ricche veramente d'eletta dottrina. Opera non dispregievole negl'intendimenti ò la «Biblioteca Volante » di Giovanni Cinelli fiorentino, incominciatasi a pubblicare nel 1667. Il Catalogo eh' egli vi tesse degli opuscoli efimeri, condannati a durare la vita d un giorno, non è senza importanza per la storia delle lettere italiane. Anche povera com'è di notizie relative a'vari argomenti, la u Biblioteca Volante » riesce curiosa par ciò che l'autore, spirito turbolento ed inquieto, v'inserisce di concernente i suoi tempi. Le quistioni, o direm meglio, i litigi, eh'egli prende occasione a suscitarvi c a trattarvi con parecchi de'contemporanei, sono, non fosse altro, un documento di che potessero anche allora le ire di parte nel campo delle lettere. All'opera del Bacchini c del Cinelli facevano miserabile contrasto altri periodici, compilati non da uomini di lettere, ma da mestieranti. Poveri di forma e nulli di sostanza furono i due Giornali pubblicatisi in Ferrara, l'uno nel 1688, l'altro nel 1691. La stessa « Galleria di Minerva », alla quale prese parte anche il Zeno, uscì così monca e indigesta, clic qualcuno de'collaboratori sentì più tardi il bisogno di sconfessarne gli articoli, che v'aveva inseriti. È lavoro più da ciarlatani che da uomini seri, si considerò fin d'allora il « Gran Giornale », pubblicatosi settimanalmente in Forlì nel 1701. Le cose letterarie, alle quali era riservata tutta intera la prima facciata, vi si trattavano propriamente alla carlona: e alla carlona vi si esponevano ugualmente le notizie della seconda, che intito-lavasi il « Giornale de'Novellisti ». L'insieme era una farragine di chiacchiere inutili, un'accozzaglia di squarci tolti senza certo discernimento ad altri periodici, un prodromo, a dir breve, de' u Fasti » che 1' autore medesimo pubblicava con intendimento non dissimile cinque anni più tardi. Il Garuffi di Rimini si studiò di supplire all'opera vana, per non dire dannosa, del u Gran Giornale » col u Genio de Letterati », un periodico che, comunque povero e disadorno, vuoisi ricordare almeno per nn cert'ordine nella disposizione e pertrattazione delle materie.
I Giornali de' quali s' è parlato, non erano tali che potessero competere con quelli d'altre nazioni. Nessun periodico ebbe il grido e la diffusione del u Giornale de Dotti », compilato in prima dal Sallo c rinnovato poi dal Bignon. E la Francia, oltreché per questo, si faceva conoscere contemporaneamente all'Europa per le u Nuove della Repubblica delle lettere » del Baile, proseguite poi dal Bernard; per la u Biblioteca scelta » del Clerc; per il u Mercurio Galante »; per u l'Istoria delle opere de' Dotti » del Beauval, e per le et Memorie » di Trcvoux c di Ver-