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Storia della Letteratura Italiana
Il Seicento
Bernardo Morsolin
Francesco Vallecchi Milano, 1880, pagine 170

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a cura di Federico Adamoli

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   ;>!_ CAPITOLO SECONDO.
   od ò a notare, ehe l'Alfieri, scrivendo ne' primi suoi studi tra altri esami del-VAminta, della Gerusalemme, dell' Orlando anehe quel della Secchia, la critica tutta, tranne la descrizione di Diana e d' Endimione , cantata da iScarpinetto , ed, a mio parere, sublime; Venere, ehe dorme la notte all'osteria con Baeco e Marte, e Venere, che nel suo fulgore di Diva greea viaggia pel mare commosso alla volta di Napoli; la rassegna delle milizie modenesi di un grottesco ridicolis-simo, e le ottave, dove si narra la battaglia di Fossalta, le quali per calore non si vergognano al paragone di quelle dell'Ariosto, nò per dignità di quelle del Tasso; il tenero episodio di Ernesto e Jaeonia , e il grossolano travestimento dello stupro di Lucrezia; la resa burlevole di Riviera, e la giostra di Molindo guen-icro incantato; Gherardo Rangone, ehe combatte per le mura della patria, e Titti Zerbin romanesco vanaglorioso: la figura giovanile e splendida del biondo re Enzo, e la obbrobriosa del Conte di Culagna, tristo, sciocco, svergognato e vigliacco; e quindi gli uomini del secolo deeiinosettiino , introdotti a operar eonie quelli del deciinoterzo, e quelli del deeimoterzo pensanti e parlanti a modo del clecimosettimo; e le allusioni a'poeti e aeeademiei e eomentatori, ed ji'Prineipi e prelati e Papi eontemporanei ; e le varietà dello stile, opposte insensibilmente fra loro, e il eambiar tono da ottava ad ottava; e in questo contrasto disordinato di prineipì e di forme avrai a punto le sorgenti del .ridieolo, e quindi la novità artistica del poema eroieomieo. Difatto, se è vero ehe il ridicolo eli sua natura eselude ogni finalità reale dal eanto degli oggetti, imperoeehò il riso, che nasee da un eoritrapposto disarmonico e inaspettato, e il fine, che suppone un coneerto nei mezzi ordinati a conseguirlo, sono insieme diseordi; sarà pur vero, ehe lf ragione artistica del poema eroieomieo risulta dalla opposizione della materia e forma tra loro, e più dalla maneanza di una finale coordinazione degli avvenimenti; maneanza artistica trovata prima da Guglielmo Schlegel noi dramma di Aristofane e analizzata poi profondamente da Vincenzo Gioberti. Cosi intesa^ la essenzialità della Secchia Rapita, tu vedi eome inai si apponessero que'critici, ehe dietro il Sismondi la dissero epopea non nuova in Italia dopo quelle del Palei, del Berni, dell'Ariosto. Or la Secchia si differisce dal Morgante; in quanto U Morgan te è la sehietta rappresentazione della vita medioevitica, col suo ideale or grossolano e grottesco, or mirabilmente sempliee e puro, eun la sua mistura di entusiasmo e di dubbio, di serietà e d'allegria, di gaiezz >. e mestizia, di deli-eatura e rozzezza; mistura, ehe tu vedi storica nelle costumanze e nelle feste; artistica ne'misteri e ne'eanti, nelle novelle e nelle ballate, e in ultimo nella Divina Commedia. Si differisce dall'Orlando Innamorato del Beimi; in quanto ehe il ridieolo del Berni è più veramente un'esagerazione di eoneetto, che non un eoneetto esso stesso; e in quanto ehe il Berni, pur lasciandosi alcuni volta trasportare dalla natura sua in quel suo quasi tradurre, eonservò però 1: forma organica dell'autor suo, eli'è mitiea e eieliea. Si differisce daP'Orlando Furioso; m quanto che l'Ariosto ritrovò il suo eoneetto primordiale ed ebbe il suo fine nella eredenza e nella moda letteraria del seeolo suo, ed il ridieolo del' Ariosto è piut tosto un aeeidente secondario, ehe non una condizione essenziale ». ^
   Come intorno alla natura, eosì non s'aecordano i giudizi de'critiei sullo seopo della Seeehia Rapita. A ine pare ehe l'intelligenza del poema da nulla possa essere facilitata, quanto dalla rappresentazione simultanea delle idee, degli atti e di tutta, in una parola, la vita del poeta. È necessario eioè non isolare il eomponi-raento nò dal tempo in cui fu seritto, nò dall'autore ehe lo dettò. Ho detto ehe il Tassoni si mostrò sempre libero e indipendente in seienza, in politica e in Arte. Non fu raro il easo, ehe per amor di novità si faeesse a propugnare ne'suoi sentti lo strano, il triviale, il paradossale. La Seeehia Rapita è tutt'altro che un lavoro giovanile, eom' egli a seansare i guai ehe gliene avrebbero potuto derivare, pi provò di far eredere. Quando vi pose mano avea toeehi già i cinquantanni. Ili sa raffigurarsi il Tassoni, libero, generoso, disilluso e inteso da oltre sei lustri a