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Storia popolare del progresso materiale negli ultimi cento anni

Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino Napoli, 1871, pagine 319

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   od agisce soltanto pel giorno che è, e non per quello che deve venire. In siffatto stato l'uomo ò necessariamente un cacciatore ed un pescatore, segnatamente nelle regioni ove i frutti e le bacche scarseggiano o mancano affatto durante la maggior parte dell'anno. Il selvaggio non ha perciò altra alternativa; egli è costretto a cacciare e a pescare o a perir di fame.
   Nei momenti della necessità, l'uomo trova aiuto in se stesso; il selvaggio trova in ogni dove materiali per fabbricare strumenti per la caccia e la pesca, e la necessità gl'insegna come fabbricarli ed adoperarli. 1 primi sgomenti da caccia in silice o pietra in ogni contrada sono sincroni o contemporanei alla prima comparsa del selvaggio in essa contrada, poseiaeliè egli ebbe immediatamente -bisogno della carne degli animali selvatici pel cibo, della lor pelle pel vestito e dell'acqua per bere. Anco fra i selvaggi noi troviam altresì traccia di religione.
   L'esperienza eccita a poco a poco la riflessione; la fame 6 un ospito importuno ma picchia infallantemente all'uscio, quando per uno o due giorni il selvaggio non è riuscito a far preda. Allora gli ricorre spontaneo alla mente il pensiero di risparmiare uua porzione dell'abbondanza del giorno, e più ancora quello di trasportare altrove i catelli di cui la madre fu da lui per avventura uccisa nella caccia; e, raunando parecchi di essi e formandone da ultimo un gregge, diviene —
   2° Un pastore (nomade) che si nudrisce principalmente dei prodotti del proprio gregge, della carne per cibo, del latto per bevanda' e della pelle si forma il vestito. La caccia e la pesca, sue occupazioni principali in addietro, divengono ora occasionali soltanto.
   Varie sono le specie di nomadi: alcuni di essi hanno dimore stabili durante tutte le stagioni pascolando i