loro greggi nei campi e nelle foreste adiacenti; altri hanno dimore stabili nel verno soltanto, migrando nella state da luogo a luogo con le loro tende; altri ancora non hanno mai dimore stabili, errando del continuo coi loro greggi, vivendo in capanne mobili o sotto lo tende e trasportati dal loro bestiame durante lo loro pellegrinazioni. Quando l'erba comincia a venir manco in un luogo, il nomade scioglie il suo accampamento, e va in cerca col suo armento di altri pascoli più abbondanti. Non esistono ancora confini di possessioni; la proprietà è ristretta soltanto alle tende ed ai greggi. Succedono escursioni lontane e non di rado anche correrie, chè il nomade ò più pronto ad assalire che a lasciarsi assalire. Ogni famiglia forma in sè un'orda separata in cui il membro più vecchio (il padre di famiglia), è il capo, ed il governo è patriarcale. Sopraggiungono allora la tradizione e la leggenda e nasce la poesia: la vita nomade è l'elemento della poesia; il nomade è l'adolescente della razza umana. Appariscono le primo traccie, i primi rudimenti della scienza, medicina, botanica, astronomia; ma non vi ha ancora linguaggio scritto, nè moneta coniata, ed il commercio non 6 che cambio.
   Da ultimo il nomade si stanca della sua vita girovaga (o piuttosto è costretto ad abbandonarla j>er essere il luogo divenuto troppo angusto a cagione del moltiplicarsi delle famiglie e degli armenti) ; egli costruisce ricoveri ]>el suo bestiame e pone in serbo i! cibo per esso; arde Un tratto di foresta e semina grano nello ceneri. 11 suo primo campo coltivato è una tagliata, Un diboscamento, ed il suo primo aratro una rozza marra. Per tal modo il nomade divien grado grado
   3° Un agricoltore e piglia una più stabile posiziono sociale. La tenda mobile cede il luogo ad una dimòra