Almanacco Italiano 1911 (parte seconda) di

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      esso diretti, nominando presso queir uffic'o un suo delegato che li riscuote e li commuta senza ulteriore spesa in vaglia coloniali che vengono pagati alla residenza del destinatario.
      La speciale importanza che assume Gium-bo per le contigue concessioni della Goscia, vi rendeva però necessaria l'istituzione cui abbiamo accennato, di un apposito ufficio che mentre scriviamo sta per entrate in funzione, e sarà posto in grado di fare fronte alla trasmissione dei fondi per i concessionari.
      Servizio sanitario. — Fra le opere pubbliche la cui attuazione costituiva una delle basi del programma d'azione propostosi dal Governo per il Benadir, è pure necescario in cordare quelle riguardanti la organizzazione del servizio sanitario che rappresenta nelle colonie il più efficace mezzo di pacifica penetrazione.
      L'inizio di una razionale organizzazione del servizio sanitario per dargli un assetto completo, risale all'esercizio finanziai lo 1908 -1909. Prima d'allora esistevano due soli posti di medicazione a Mogadiscio ed a Merca, dove i medici visitavano tanto gli ascari quanto gli indigeni, preparandosi da soli i necessari medicamenti.
      Sui primi del 1908 fu istituito a Mogadiscio un regolare servizio di farmacia con personale tecnico inviato dall'Italia, fu separato l'ambulatorio militare da quello per gli indigeni; nel luglio funzionò l'infermeria di Mogadiscio alla quale seguirono le infermerie dei presidi dell'Uebi-Scebeli (Afgoi e Barire) e più tardi quelle di Brava, di Giumbo e di Merca. Le altre stazioni della Colonia sono provvedute di apposito armadio farmaceutico.
      Si hanno così sei stazioni, quattro alla costa e due all'Uebi-Scebeli, dove gli indigeni accorrono sempre più numera ^nche dai paesi dell'interno. L'infermerà .ifgoi consta di due padiglioni in legname, quella di Barire è costituita da capannoni ; le altre sono in muratura; a quella di Mogadiscio sono annessi una sala operatoria e la farmacia col laboratorio chimico.
      Colonizzazione agricola.
      L'esperimento Carpanetti. — Nei primi del 1906 il sig. Carpanetti, che già si era dedicato in Eritrea alla coltivazione del cotone, partì per il Benadir per iniziarvi una serie d'esperienze allo scopo di sviluppare in Colonia la coltura del cotone che già prima aveva costituito una delle principali industrie del Benadir.
      La sua scelta cadde su Torda, una località distante sei ore da Giumbo, e su tre appezzamenti di una superficie complessiva di 7 ettari esperimentò una lunga fibra americana (Caravonica) e due varieta egiziane (Mit-affi e Abbassi).
      Malgrado che la coltivazione fosse basata solamente sulla caduta delle pioggie, senza l'aiuto di irrigazioni artificiali, e la lavorazione del terreno fosse fatta a mano, superficialmente, col solo uso dello zappetto indigeno, le varietà messe a coltura prosperarono con risultati superiori a qualsiasi aspettativa.
      Le varietà egiziane specialmente e più di tutto V abbassi superò nello sgranaggio la media di resa che si ottiene in Egitto; dal punto di vista tecnico il camp'one fu riscontrato eccellente per morbidezza, abbondanza e lunghezza della fibra non ancoi a raggiunta in commercio.
      Questo successo incoraggiò il Carpanetti a chiedere una concessione di terreno a scopo agricolo, nel territorio di Giumbo, che gli fu accordata nel marzo del 1907, a condizioni determinate da apposito contratto.
      Concessioni agricole della Goscia. — I felici risultati di questa iniziativa, tali da lasciare sperare che la produzione cotoniera del Benadir avrebbe da sola, se opportunamente sviluppata, potuto coprire il fabbisogno delle industrie italiane, determinarono nel paese un favorevole interessamento verso il Benadir, ed un numero notevole di domande per concessioni di terreni fu l'indice di questo risveglio e di questo promettente concorso di energie e di capitali privati per la messa in valore della nostra giovane colonia.
      La storia di queste concessioni — che hanno dato luogo a tante e così vivaci discussioni tanto sui giornali che alla Camera ed al Senato — ed i criteri seguiti dal Governo il eli'accordarle, sono stati largamente esposti dal Ministro Tittoni nella risposta data alla Camera nella seduta del 25 giugno u. s. all'on. Eugenio Chiesa che le aveva vivamente criticate.
      Il Governo della Colonia poteva liberamente disporre nella Goscia e cioè in una delle zone più fertili della Colonia stessa sulla sponda del Giuba, di una estensione di 50,003 ettari di terreno che gli esperimenti del Carpanelli avevano dimostrati ampiamente remunerativi per la coltivazione del cotone. Le domande di concessione pervenutegli dimostravano attività pronte ad esplicarsi in Colonfa, e non appariva opportuno lasciarle disperdere.
      Neil'accordare questi terreni due criteri opposti si potevano seguire, applicando l'una o l'altra delle tesi estreme che hanno sostenitori convinti; o la concessione unica applicando il metodo della grande Società Coloniale, o il frazionamento in tante piccole concessioni, unico mezzo per applicare il metodo della colonizzazione bianca che ha in essola sua base.
      Ma nè l'uuo uè l'altro avrebbero tenuto conto della realtà delle cose, nè la loro rigorosa applicazione avrebbe potuto condurre a felici risultati.
      Infatti se in teoria la grande Società Coloniale ha l'immenso vantaggio di operare con un vasto capitale il cui frazionamento renda meno forti le singole responsabibta economiche, e quindi più sopportabile l'alea-torieta dei primi passi mentre li consente più audaci, nella pratic i le condizioni del ìuer. ato finanziario italiano avevano chiaramente mostralo quanto fosse poco probabile il suo prossimo sorgere.
      D'altra parte il ministro dimostrava che il sistema delle piccole concess Olii avente per base la colonizzazione bianca, richiede nel concessionario un capitale per far fronte


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Almanacco Italiano 1911 (parte seconda)
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 710

   

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