Almanacco Italiano 1911 (parte seconda) di
Le utilizzazioni secondarie della vite.
I le tto i ricorderanno probabilmente il cenno fatto l'anno scorso in questo Almanacco Italiano della prima Esposizione cbe ebbe luogo in R-una delie utilizzazioni secondarie della vite. Su queste utilizzazioni si fa, a ragiona, un grande assegnamento non solo per aumentare i traffici con nostri prodotti, ma anche, e più, perolic in siffatte uii izzazioni si vede una via efficacissima a sfogare l'eccesso della nostra sovraprodu-ziouo di uve la quale, per poco le annate volgano propizie alia nostra feconda ampe-lidca, ci r.c.ccerà a breve andare in crisi! Perciò vi era grande aspettativa per l'esposizione di Roma, aspettativa che non andò delusamente dissi iiell' Almanacco dell'anno scorso. È per questa stessa ragione della grande importanza cbe si annette*- alle nuove vagheggiate industrie basate sui diversi usi a cui si presta l'uva, che credo interesserà conoscere il giudizio ufficialo emesso dalla Giurìa, sui lavori della quale abbiamo avuto una notevole relazione stesa dal dott. Mondini.
Sintetizzando i giudizi che il dott. Mondini deduce dai resultati dell'Esposizione di Roma, egli distingue nettamente in due grandi categorie le utilizzazioni della vite meritevoli di segna'azione. La prima si riferisce a quelle che consentono l'impiego diretto dell'uva per nna produzione che non sia il vino: la seconda comprende tutte le altre utilizzazioni, che più o meno indirettamente possono contribuire ad alleviare l'attuale disagio della viticultura e della produzione vinicola.
Fra le prime considera anzitutto la produzione dell'u\a da tavola, come quella che, con la possibilità di uti vasto facile e remunerativo smercio, a preferenza di qualsiasi altra utilizzazione è in grado di sottrarre alla fabbricazione del vino una notevolissima parte del prodotto della vite. Alla produzione delle uve da tavola, dite il dott. Mondini, 11011 è il caso di fissare dei limiti oltre i quali sia da temersi perii *uo collocamento. A prescindere d illa potenzialità di assorbimento del mercato interno, l'uva fresca lap-presenta un prodotto il cui commercio è suscettibile di estendersi vantaggiosamente in quasi tutti i paesi del mondo. Occorre, però, che questa produzione possa disporre di un'ottima organizzazione colturale e commerciale, per ricavarne tutti quei benefici, che essa è suscettibile di dare. E questi benefici saranno tanto più notevoli, quanto meglio si avrà modo di soddisfare le esigenze dei diversi mercati di consumo. La produ-liona di determinate varietà, la possibilità
di offrirle al consuino in epoca precoce o tardiva, la maggioie accuratezza nella presentazione del prodotto, costituiscono i principali elementi per elevare l'entità dei benefici oon-seguibili. L'esposizione mise in evidenza la via da seguire.
In misura più limitata, ma sempre notevole, anche la buona preparazione delle uve secche può considerarsi quale un'eccellente utilizzazione diretta del principale prodotto della vite.
Sull'uso dell'uva nell'alimentazione del bestiani3 il dott. Mondin! rileva che è stato dimostrato attuabilissimo nel senso che l'uva fresca costituisce, debitamente completato, un eccellente alimento per il bestiame; ma che dal punto di vista del tornaconto, il limite dei prezzi ai quali l'uva potrebbe convenientemente utilizzarsi nell'industria del bestiame?, non consente soverchie illusioni sulla possibilità di questo impiego diretto.
La preparazione dei cosidetti vini senz'alcool potrebbero costituire una buona utilizzazione: il dott. Mondini avverte però che ad essa va strettamente collegata la ricerca dei mercati più adatti, nei qnali questo prodotto possa trovare facile e rimunerativo smercio.
Non solo per la novità ma specialmente per i vasti orizzonti che esse schiudono ai viticoltori, le numerose o svariate utilizzazioni dei mosti concentrati costituiscono per il dott. Mondini la più importante affermazione della Esposizione. L'industria della concentrazione dei mosti non è nuova; ma assai recenti sono i suoi importanti progressi te-onici, e le sue svariate applicazioni. Dall'antichissima concentrazione a fuoco diretto, siamo arrivati alla concentrazione nel vuoto e per congelatone: dal semplice impiego dei mosti concentrati per migliorare le vinificazioni deficienti, si è ora riusc ti a dimostrare che essi possono vantaggiosamente sostituire lo zucchero nelle più svariate produzioni, nelle quali generalmente si associa questo prodotto, dagli sciroppi ai preparati farmaceutici. Ci troviamo, quindi, di fronte ad una industria, che, dice il dott. Mondini, merita ogni considerazione, in vista delle sue attendibili promesse per la utilizzazione di una notevole parte del prodotto esuberante dei nostri vigneti.
Passando a parlare dell' industria della distillazione del vino, il dott. Mondini trova che è da ritenersi forse eccessiva l'importanza che generalmente le si attribuisce, come conveniente utilizzazione di una notevole parte dell'esuberante prodotto vinicolo. La produzione di eccellenti acquaviti di vino, uso
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