Almanacco Italiano 1911 (parte seconda) di
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stampo dall'oggetto stesso con una prima deposizione elettrolitica, e 101 da questo passare alla riproduzione con una seconda deposizione; oppure ricavare lo stampo con metodi e materiali ordinari, estranei alla galvanoplastica e poi operare su di esso col bagno elettrolitico. Questo secondo sistema è il più usato in pratica.
I materiali adatti per gli stampi devono ossero scelti avendo riguardo alla natura dell'oggetto, perchè non venga guastato, ed a quella del bagno galvanoplastico, perchè lo stampo stesso non ne venga sciolto o intaccato.
Gli stampi più usati per la riproduzione di grandi statue ed alti o bassi rilievi si formano in gesso, o solfato di calce anidro, che si trova in commercio sotto forma di polvere e si impasta coli'acqua in una pasta fluida che può penetrare in tutti gli incavi più delicati dell'oggetto da riprodurre, dopo che questo si è preventivamente spalmato di grasso o polvere di piombaggine.
Gli stampi di medaglioni, vasi ed altri oggetti di valore artistico si possono pure ricavar con la gelatina, o colla bianca, che si prepara sciogliendo a caldo in nn vaso scaldato a bagnomaria 200 gr. di gelatina, 50 di zucchero candito e 5 di tannino in polvere in 400 gr. di acqua, ed agitando tutto finché si abbia un composto perfettamente fluido: con la gelatina bicromatata e sensibilizzata si ottengono i calchi della moderna industria della fotoscultura. Altri materiali adatti per gli stampi sono la stearina, o acido stearico del commercio, che fuso si presta molto bene alla riproduzione di medaglie di gran finitezza di lavoro ed a quella di fao-simili di oggetti d'arte in proporzioni ridotte per la proprietà che possiede di contrarsi fortemente ed equabilmente quando si raffredda; la cera comune mescolata a parti uguali con la resina o con % di stearina, che si nsa pei lavori piccoli e delicati e non presenta fenomeni di contrazione ; la guttaperca ammollata nell'acqua calda, o il caucciù sciolto nel solfuro di carbonio, che si usano specialmente per formare oggetti piatti o di poco rilievo e richiedono la pressione di un torchietto; la glicerina impastata col litarglrio secco; e finalmente ie leghe metalliche fusibili a basse temperature. Di queste ultime le più usate sono quella detta di Darcet composta di 3 parti di bismuto, 3 di stagno, ed 1 di piombo, che fonde a 100° c., e quella composta di 2 parti di bismuto, 1 di stagno, ed 1 di piombo, che fonde ad 89° c.
Non entro in dettagli sui metodi di rilevare praticamente gli stampi dagli oggetti di alto e basso rilievo, coi diversi materiali sunnominati, perchè essi rientrano nella tecnica ordinaria dei modellatori e dei fonditori, e mi trarrebbero troppo lontano dall'argomento in quistione.
Ottenuti gli stampi da servire per le riproduzioni galvanoplastiche, bisogna, quando essi non siano In metallo, renderne necessariamente buona conduttrice dell'elettricità la superficie su cui si vuol raccogliere il deposito metallico nel bagno elettrolitico o, come si dice oon termine tecnico, occorre metallizzarne la superficie. La sostanza più adat-
ta a questo scopo è la piombaggine pura rhe vi si strofina a più riprese con un pennello fi ìchè tutta la superficie non assuma una lucentezza metallica uniforme, e per lo più si mescola con la polvere di bronzo fino ad % del suo peso: bisogna inoltre conficcare opportunamente nello stampo i fili conduttori destinati a sorreggerlo ed a trasmettere la corrente alla superficie metallizzata con cui devono essere a contatto perfetto. Per gli oggetti cavi, minutamente intagliati o cesellati conviene adoperare una soluzione di fosforo, giovandosi della proprietà che questo possiede di ridurre il nitrato di argento ed il cloruro d'oro: la soluzione adatta, detta del Parker, si ottiene stemperando 1 parte in peso di fosforo in 15 di bisolfuro di carbonio ed aggiungendovi per ogni ettogrammo di fosforo un ettogrammo di cera, un decilitro e mezzo di trementina ed 8 grammi di caucciù sciolti con nn ettogrammo di asfalto nel bisolfuro di carbonio. Lo stampo immerso prima in questa soluzione, si passa in nna soluzione debole di nitrato d'argento e poi in una di cloruro d'oro (45 cgr. d'oro per litro): i fili conduttori devono esser fissati prima che lo stampo venga immerso nei bagni suddetti.
La soluzione di fosforo non si può applicare alla stearina, alla guttaperca, al cauociù ed alla gelatina, perchè queste sostanze sono intaccate dal solfuro di carbonio, e nemmeno ad oggetti di vetro o di ceramica.
Gli stampi di cartapesta, gesso, ec., si possono anche metallizzare verniciandoli con una soluzione di nitrato d'argento nell'alcool (100 parti di alcool e 9 di nitrato) ed espo-
fig. 6.
nendoli ancora treschi all'azione dell'acido solfidrioo che li copre di un velo di solfuro d'argento: oppure verniciandoli con una soluzione di nitrato d'argento e poi esponendoli all'azione dell'idrogeno fosforato non Infiammabile. Le superfici non conduttrici si possono anche metallizzare stropicciandole con un miscuglio in parti uguali di albume d'uovo e soluzione di sale comune, indi immergendole in una soluzione di nitrato ed esponendole alla luce finché siano annerite, e poi tuffandole in una soluzione di vetriolo verde, oppure lavandole prima con una so-
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Darcet Parker Infiammabile
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