Almanacco Italiano 1911 (parte seconda) di

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      di km. di rientranza si lia una spiaggia f-iie tanto poco si eleva sul mare die se questo si innalzasse di 200 metri tutta la sommergerebbe.
      Invece la fisionomia predominante del nostro paese è quella data da una sezione attraverso all'Italia continentale, cioè quella di due opposti versanti che scendono da un interrotto ed eccelso spartiacque centrale, dal quale si staccano frequentemente crinali di secondo ordine, che creano un'altra serie di spartiacque minori ma sempre di imponente elevazione.
      Perciò non è certo possibile di ottenere nel nostro paese una rete unica navigabile che intersechi in tutti i sensi la penisola; ma basterà per ora pensare a migliorare la ramificazione che i nostri padri hanno ottenuto nella valle del Po, collegando i corsi naturali dei fiumi per mezzo di canali artificiali e in pari tempo rendere navigabili o meglio navigabili i fiumi Arno, Tevere, Pescara, Garigliano, Volturno e altri minori, nonché le loro valli.
      Per fortuna quel collegamento che natura ci impedisce di ottenere al centro, natura stessa ce 1' offre alla periferia, invitandoci ad affidare ai mari litoranei la funzione di provvedere alla continuità della via, creando come tante ripiegature delle grandi vie dei mari all'interno del continente.
      Per raggiungere questo scopo, occorrerà anzitutto creare un sistema di canali atti alla navigazione di prima importanza dal Po a Ravenna, che allacci a Porto Corsini il piccolo cabotaggio risalendo dalle coste dell' Italia Meridionale e gli apra le vie fluviali penetrando sino ai piedi delle Alpi.
      Certamente è da augurarsi che considerazioni di ordine superiore a quello della pura tecnica abbiano a consigliare di collegare direttamente Roma col mare.
      Così si confida pure che si possa aprire quanto prima una rete di navigazione attorno a Napoli, che colleghi quella grande città al nord con Nola, Santa Maria di Capua e il Volturno, e al sud colla valle del Sarno fino a Torre Annunziata. Come pure è da augurarsi che in epoca non molto remota la penetrazione della navigazione padana non solo possa essere spinta con vie di prima importanza alla capitale del Piemonte, al Verbano, ed al Lario, laghi che in unione al Benaco, saranno dai nostri nipoti apprezzati come i porti più interni d'Europa, ma secondoun'ardita e geniale proposta degli enti locali piemontesi si possa attuare il collegamento di Torino col mar Ligure, in modo che la navigazione padana sia aperta direttamente non solo all'Adriatico ma anche al Mediterraneo.
      Come pure sarà un giorno consentito di attuare una via navigabile a monte di Firenze fino al Trasimeno, ciò che tecnicamente risulta fin d'ora possibile.
      Poi coi progressi sempre crescenti della tecnica, è certo che l'ardimento umano troverà nell'avvenire la soluzione di problemi che oggidì sembrano di enorme difficoltà, come quelli di varcare con vie acquee le creato dell'Appennino e delle Alpi.
      È infatti noto che uno dei più gravi ostacoli per lo sviluppo della navigazione interna è quello di non poter superare agevolmente le altezze notevoli. Mentre d'altra parte più aumenta il numero dei salti di una via navigabile, e ancora più diminuisce la velocità di trasporto, il che costituisce il più grave inconveniente nella navigazióne interna.
      In questo ultimo decennio molte proposte furono formulate per risolvere il quesito di agevolmente vincere coi battelli notevoli dislivelli. E prima fra tutte vuole essere ricordata l'idea della conca tubolare trovata dall'ingegnere italiano Pietro Caminada.
      Nell'occasione del concorso indetto dall'Austria pel 1903 per il miglior tipo di ascensore, molti altri concetti più o meno importanti e geniali furono pure manifestati, ma nessuna di queste idee ebbe ancora la sanzione dell' esperienza.
      Nella pratica il compito di portare un battello da un livello ad un altro è ancora riservato nella gran maggioranza dei casi alla classica e vecchia conca; e solo in via eccezionale si ricorre agli elevatori o ai piani inclinati.
      Come è ben noto, la conca non ò altro che un bacino capace di contenere i più grandi battelli, che possono passare su quella via acquea e nel quale mediante la opportuna apertura o chiusura di porte mobili, che delimitano trasversalmente il bacino stesso, si fa il sollevamento o l'abbassamento del battello, riempiendo o vuotando il bacino sino al livello attiguo.
      Gli ascensori sono conche con una o più camere mobili, costituite da cassoni nei quali i battelli sono trasportati su e giù fra le due livellette attigue.


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Almanacco Italiano 1911 (parte seconda)
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 710

   

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