Almanacco Italiano 1911 (parte seconda) di
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abitanti, ò salita al 1° gennaio 1900 a 505,323; Milano nello stesso periodo aumentava di ben 102,478 abitanti, una proporzione, per entrambe le città, di oltre il 20% di aumento.
L'on. Luzzatti non crede che la deficienza di nuove costruzioni sia da ascriversi alla mancanza di capitali disponibili.
Alla fine del 1908 i depositi nelle Casse postali di risparmio salivano ad oltre un miliardo e mezzo, e quelli esistenti nelle Casse di risparmio ordina-
affermazione degli enti, sia pubblici e privati, e degli studiosi, sul problema degli alloggi economici, le deficenze della legislazione italiana furono riconosciute molto gravi, specialmente in ordine ai problemi del credito e delle agevolazioni fiscali.
E su questi punti si impernia la nuova legge sulle case popolari presentata dall' on Luzzatti, presidente del Consiglio dei Ministri, il 28 aprile 1910.
La nuova legge (art. 1°) comincia col fissare chiaramente che le istituzioni pubbliche di beneficenza possano, sole o riunite in consorzio, impiegare nei prestiti per case popolari le sommei ¦ >¦
Istituto per le case popolari in Genova. — Fabbricato di via Bottini. Prospetto posteriore.
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rie p > die Banche popolari ed ordinarie credito ascendevano rispettivamente a due miliardi 165 milioni, ed a un miliardo e 700 milioni.
Una ragione seria potrebbe essere la barriera frapposta dall'attuale sistema tributario che, mentre grava di tasse che salgono talvolta al 7 %, il capitale occorrente all'acquisto delle aree fabbricabili e dei fabbricati, sottrae poi al reddito dei fabbricati stessi una somma che poco si discosta dal terzo. Al primo Congresso italiano per le Caso popolari, tenutosi in Milano il 23 e 21 gennaio 1910, che riuscì una solennecorrispondenti a non oltre un quinto dei rispettivi patrimoni. Si autorizzano inoltre a concedere prestiti, la Cassa nazionale di previdenza per la invalidità e per la vecchiaia degli operai, le imprese tontinarie o di ripartizione, e si manda al regolamento la determinazione dei limiti in tali operazioni. Il regolamento dovrà correggere la differenza di trattamento, sanzionata dallo leggi precedenti, per riguardo ai detti istituti, e la Cassa nazionale di previdenza potrà impiegare in mutui non più sei milioni soltanto, ma 25.
Verranno inoltro autorizzati gli Isti-
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