Almanacco Italiano 1911 (parte seconda) di
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tirare, se vogliamo che 11 nostro campo sia rigoglioso e sia fruttifero.
Sappiamo dunque educare la nuova generazione a forti cose, disciplinando le forze della mente, educando 1 sentimenti del cuore, persuadendo all'amore per i doveri di uomo e di cittadino.
Facciamo che i nostri reparti divengano legioni numerose, che ogni città d'Italia abbia i suoi volontari, istruiti, disciplinati, pronti al sacrificio ed all'eroismo.
E li accompagni sempré il sorriso delle sorelle, delle fidanzale, la benedizione delle madri, la fiducia del a Nazione.... E sventoli sa di essi, a fianco del tricolore, uu altro vessillo, verde come le nostre ubertose campagne — simbolo delle speranze che noi riponiamo in qnesta balda gioventù e delle speranze che ad essa sorridono....
Ten. Giuseppe Lampbonti.
L'organizzazione dei cattolici militanti in Italia,
Cenni storici e dati statistici.
Dal 1849 al 1910. — L'organizzazione dei cattolici militanti in Italia, cominciata nel 1849 per mezzo di istituzioni locali assunse importanza e carattere generale solo nel giugno del 1874 allorché fu tenuto in Venezia il primo congresso cattolico nazionale.
L'iniziativa di convocare per l'anno successivo un secondo congresso a Firenze, allo scopo di dare maggiore incremento all'opera intrapresa e di stringere fra individui di diverse regioni quei legami e quelle vedute pratiche frutto di comuni ideali, incontrò molto favore tanto che il Comitato promotore della riunione fu trasformato per concorde volere degli intervenuti in Comitato permanente e incorporato nel Consiglio superiore della Gioventù Catiolica Italiana — la prima avanguardia di tutto il movimento.
Un tumulto disturbò il congresso di Bologna (1876) così che solo l'anno appresso, al congresso di Bergamo, fu completato il piano di organizzare con comitati regionali e diocesani finché ai congresso di Modena (1879) il Comitato permanente assunse un'esistenza distinta dal Consiglio Superiore della Gioventù cattolica e dette origine all'Opera dei Congressi e Comitati cattolici in Italia.
Negli anni 1880, 1881 e 1882 abbiamo mi periodo di attività interna, che fu di prep razione al congresso di Napoli (1883) in o.ii i cattolici assunsero in speciali sezioni la trattazione di temi di attualità come il riposo festivo, l'istruzione, la stampa, ec.
Ancora un intervallo di tre anni, fino al 1887, e vedremo al congresso di Lucca, gli uomini di azione, di parte cattolica, porre all'ordine del giorno la trattazione dei problemi economici e iniziare lo svolgimento di un programma sociule e di istituzioni pratiche d'indole popo'are, di fronte alla propaganda del socialismo.
11 primo banditole del nuovo programma sociale dei cattolici fu Giuseppe Toniolo, professore di economia politica nella R. Università di Pisa, e fondatore dell'Unione cattolica per gli studi sociali (dicembre 1889).
Due anni dopo, il Pontefice Leone XIII con la famosa enciclica Rerum Novarum (16 maggio) sulla condizione dei lavoratori e sullanecessità di risolvere la questione sociale sulla base delia giustizia cristiana, tracciava le direttive del lavoro sociale.
Un duplice movimento s'inizia.
Nel campo delle idee col congresso sociale di Genova, col programma sociale detto di Milano e con la pubblicazione della Rivis'a internazionale di scienze sociali.
Nel campo delle opere colla fondazione di istituzioni economiche come cooperative, casse rurali di piccolo prestito, unioni agricole, ec.
Nel 1898 durante i famosi stati d'assedio molte associazioni cattoliche sono soppresse dall'autorità politica insieme a quelle repubblicane e socialiste.
Alla ricostituzione si giunge con una certa lentezza.
Nondimeno nel 1899 viene tenuto in Ferrara con esito soddisfacente un congresso cattolico nazionale. In questo tempo don Romolo Murri — allora segretario del card. A-gliardi — si mrtle alla testa di un gruppo di giovani che desideravano svolgere il loro programma sociale all'infuori dell'organizzazione ufficiale, approvata dal Vaticano, e sotto il nome di democratici cristiani.
Leone Xllt incoraggia con vari documenti la Democrazia Cristiana, ne approva la denominazione, ma vuole che il movimento si svolga sotto la guida dei vescovi e nelle file dell'Opera del congressi e Comitati cattolici.
Nel 1902 viene sostituito al conte Paga-nuzzi, nella carica di presidente generale, il conte Giovanni Grosoli di Ferrara.
Si ebbe un periodo notevole di lavoro e di concordia, ma fu di breve durata perchè nel luglio 1904 il conte Giovanni Grosoli in seguito ad un appunto sfavorevole ad una sua circolare, comparso nell'Osservatore Romano, rassegnava le dimissioni.
Si ebbe per conseguenza lo scioglimento del Comitato generale dell'Opera dei congressi e l'inoardinainento dell'azione cattolica italiana, sotto le direttive dei vescovi.
Nel novembre del 1904 un fatto nuovo si verificava nell'orientamento dei cattolici organizzati. Il Pontefloe Pio X, pur mantenendo
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