Almanacco Italiano 1911 (parte seconda) di

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      Il magoPassaste mai, viaggiando, per quella meravigliosa fioritura di ville e giardini cli'è la riviera di Genova?
      Certo che sì. A molte delle mio lettrici quella regione ricorderà fors'anche lieti giorni passati in fugace ma indimenticabile viaggio primaverile, viaggio di nozze, forse.... chi sa; non voglio esser troppo indiscreta.
      Ebbene tutte, scommetto, tutte le signore italiane e straniere che passando in una bella giornata di maggio dinanzi ai giardini di Pegli e di Nervi aspirano le mille fragranze della natura in fiore, tutte — ed io pure, confesso — non poterono a meno di esclamare : u Peccato che di questo profumo non possa portar via un ricordo, come la mia kodak porta via un ricordo di questa festa di luce! peccato che, tornata nella mia tranquilla casettd cittadina, io non possa infondervi un po'di quest'aria fragrante che imbalsamala felicità di questi giorni fuggevoli! „
      Ricordo io pure di aver pensato così, ed è perciò che voglio darvi una notizia ch'io so e che non tutte sanno. Il profumo dei fiori non va tutto sperduto nell'aria: v'è sulla costa di Genova un mago benevolo con barba ed occhiali, elio aspira con certe sue macchine il profumo delle aiuole fiorite, lo fa calpestare a certi suoi nani ingegnosissimi e lo rinchiude in casse, cassette, cassettine e barattoli. E cassette e cassettine e barattoli spedisce a tutte le belle ed eleganti signore che a lui si rivolgono, per avere un ricordo di ciò che il loro nasetto aspirò sull'azzurra riviera, o di ciò che, meno fortunate dell'altre, aspirano ancora.... di aspirare.
      Vogliate perdonarmi lo scherzo. Non si tratta di un mago. Dei maghi da molto tempo si è perduto lo stampo. Si tratta invece di un modesto quanto ingegnoso industriale che ha saputo (sfruttare no, oibò, la brutta parola! sfiorare piuttosto, trattandosi appunto di fiori) concentrare per voi signore in breve spazio l'immenso profumo dei fiori.
      Vedete dunque che l'industria non si riassume nel fumo delle ciminiere e nel puzzo del carbon fossile : anchelei fiori.
      l'industria può avere un profumo ed una traccia di poesia. Non imprechiamo dunque all'industria se ci ruba il marito quasi tutto il giorno o se avvelena l'aria della nostra città con una cintura di opifici fumanti.
      Io, per me, le sono invece assai grata, non fosse che un'ora del giorno, al mattino, facendo toilette. Non vi sembra una cosa un po' meravigliosa, con due cucchiaini d'acqua di Genova (il fabbricante l'ha chiamata così) non solo curare l'igiene della pelle, evitare le rughe e le screpolature, rinfrescare gli occhi e la bocca; ma anche rievocare per un momento nell'anima — anche nell'aria grigia e grave della città in un mattino d'inverno — quella festa di profumo e di sole che fiorisce, fiorisce, sulla sorridente riviera?
      E inutile, oggi sono poetica: e se non fosse il timore di sembrarvi ridicola, vorrei sciogliere un inno a Stefano Frecceri (quel modesto ed ingegnoso profumiere si chiama così). Egli non fabbrica, come tanti, le acque e i profumi combinando fra loro prodotti chimici di chi sa quale origine. No: egli raccoglie nelle aiuole fiorite i fiori, i fiori veri, i fiori vivi; e li prega (i fiori non sanno ricusar nulla a chi sa pregarli) di abbandonargli l'anima loro, tutta l'anima loro.
      E se quest'anime egli racchiude in cassettine e in boccette per fabbricarne l'acqua di Genova, l'acqua di fior d'arancio, la lozione di china, la vellutina Margherita o qualcuna delle sue tante specialità, (l'elenco delle quali tutte le mie lettrici potranno procurarsi facilmente, chiedendolo a lui, a Genova, via Cairoli), non è per la sete dell'oro, no, potrei giurarlo, ma per far piacere alle belle signore....
      E la prova, mi sembra, è ch'egli non batte la gran cassa, corno tanti e tanti altri che forse, belle signore, vi vendono a caro prezzo le loro specialità. No; egli se ne sta tranquillo e modesto là in mezzo al profumo delle aiuole di Nervi; e mi sembra un po' uno di quei buoni maghi delle fiabe, sapete, clic, per visitarli si stenta tanto a trovare la strada....


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Almanacco Italiano 1911 (parte seconda)
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 710

   

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