Almanacco Italiano 1911 (parte seconda) di
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Aeroplani.
Due anni fa W. Wright a Le Mans destava l'entusiasmo generale con dei voli brevi, che non si spingevano mai oltre i limiti del terreno predisposto, nè si innalzavano mai a più di SO o 40 metri d'altezza. Oggi, dopo così breve volger di mesi, si vola per ore edBiplano Voisiu. (La baronessa Lai.oche a Reims). (Fotogr. Argus).
ore, si sale a 1000, a 2000, a 3000 metri, si lotta col vento, si va da una ad un'altra città e s'attraversano a volo il mare ed i monti. Questi ultimi trionfi sono davvero meravigliosi; bisogna però riconoscere che per arrivare ad essi, il primo risultato dei Wright fu indispensabile. Ai fratelli Wright spetta il vanto d'aver rotto il pregiudizio scolastico dell'assoluta necessità dell'equilibrio automàtico completo : essi, intelligenze verdini, tempre americanamente positive ed individualistiche, seppero provare col fatto che l'uomo può acquistare, con un addestramento progressivo non troppo pericoloso, quell'istinto speciale dell'equilibrio che permette il volo agli uccelli, che li rende, cioè, capaci di correggere con prontezza e con precisione le continue perturbazioni che la complicata mutabilità del vento induce nel loro assetto.
L'apparecchio costruito dai Wright attua nel modo più logico ed efficace la tecnica naturale del volo degii uccelli: sprovvisto interamente d'equilibrio spontaneo, lascia al pilota la funzione di correggere tutta le per-
turbazioni d'andatura, le grandi e le piccole, le trasversali e le longitudinali, e per soddisfare a questo scopo ha disposizioni di una prontezza e d'una potenzialità eccezionali. Queste qualità dei mezzi di manovra consentono all'aeroplano Wright, quando sia guidato da mano pronta, ferma ed abile, un volo agilissimo, un volo pieno di risor-e e d'el;i-sticità, un volo che pare scherzi coi gorglii del vento e che padroneggia l'aria come non può farlo alcuno degli apparecchi costruiti dopo. Se però mancano nel pilota le qualità opportune, se durante una variazione qualunque delle condizioni del volo cessa nei pilota l'attenzione o l'istintiva esattezza delle manovre, l'apparecchio non si regge più, assume oscillazioni brutali, che molto facilmente divengono pericolosissime. In questa spe-cia'e circostanza, che è conseguenza diretta della caratteristica fondair entale del tipo Wright, sta la ragione unica del suo attuale abbandono.
Agli aeroplani Wright sono ora succèduti i Volsin, i Farman, i Blériot, gli Antoinette ed una lunga schiera di altri apparecchi, che hanno caratteri meno speciali od originali di questi.
In tutti questi aeroplani l'equilibrio trasversale è ottenuto, come nell' apparecchio Wright, modificando a volontà del pilota l'azione portante di un'ala rispetto all'altra : e c:ò, o svergolando in senso opposto le ali (gauchissement) o modificando l'inclinazione di alette aggiunte alle ali prii cibali (ailerons) e destinate espressamente a questo ufficio. In nessuno di questi aeroplani è invece mantenuta quella naturale completa instabilità longitudinale che era la caratteristica principale degli apparecchi Wright e che ne determinava ia pericolosa difficoltà di pilotaggio; gli aeroplani attuali possiedono tutti, nel senso longitudinale una stabilità piuttosto grande, che è ottenuta per l'azione di lunghe code rigide armate di pinne.
Questi tipi possono dunque chiamarsi tutti "a stabilità parziale spontanea „: in essi il pilota ha solamente la funzione di completare l'equilibrio quando esso sia turbato da cause più gravi delle cómuni, o di correggere l'andatura che, per una ragione qualsiasi, tendesse a deviare progressivamente dalla direzione voluta. Questa azione del pilota diventa cosi molto meno delicata: essa domanda un'attenzione meno affaticante, esige minore prontezza, minore precisione. È per questo ohe gli apparecchi moderni sono giustamente considerati come meno pericolosi di quelli primitivi dei Wright.
È il caso di osservare subito che i diversi apparecchi moderni, pur essendo tutti caratterizzati da questa qualità preziosa di una parziale stabilità, la possiedono però ad un grado sensibilissimamente diverso uno dall'altro. Ed è naturale. Questa-stabilità, che entro certi limiti garantisce un equilibrio spontaneo, dipende infatti dalla disposizione delle varie superfici fisse che compongono l'apparecchio e dalla natura di esse, dipende, cioè, dalla maniera nella quale, variando l'intensità e la direzione del vento relativo, varia l'azione complessiva di esso sulla totalità di queste superfici. Ne segue che ad ogni
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