Almanacco Italiano 1911 (parte seconda) di
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in brevissimo tempo tutte quelle vaste costruzioni che formano corno 1' ossatura di questo enorme organismo. Ed una parola va dedicata ai tre architetti sotto la direzione dei quali furono condotti i lavori, con una rapidità od una precisione veramente ammirevoli.
Essi sono: l'ing. Pietro Fenoglio, noto in Torino per la sua fervida operosità, e il suo non comune buon gusto, di cui fan fede molti edifici della capitale piemontese; l'ing. Stefano Mol-
qualità e abilità particolari, ha permesso di superare le innumerevoli e svariate difficoltà che presenta l'attuazione di un progetto della vastità e complessità dell'Esposiziono torinese.
Gli edilìzi.
Vastità e complessità davvero non comuni. Di quel milione e 200 mila metri quadrati che è, all'incirca, l'area occupata dalla Esposiziono torinese,
im...... ~u fuili, a cui Torino dovè già la buona riuscita della Esposizione di Arte Sacra del 1S93; e l'ing. Giacomo Salvadori di Wiesenhoff, per merito del quale l'Italia ebbe una sode dogna della nostra nazione alla Esposizione Internazionale di Parigi del 1900.
L'unione e la cooperazione di tre ingegni diversi, eccellenti ciascimo perquasi un terzo sarà coperto, cioè fabbricato.
La cifra è impressionante quando co ne siam fotti una idea precisa. Le duo grandi mostre, dell'industria moderati o di arte sacra, che costituivano l'Esposizione di Torino del '9S, non occupavano complessivamente neppure un terzo dello spazio occupato dal-
Il Palazzo dklla IIkpubblica Auhentina. (Stato dei lavori ul 15 agosto 1810;.
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