Almanacco Italiano 1911 (parte seconda) di
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nel Comune di Roma, presidente della giunta di Consulenza tecnica e della sezione per i Concorsi di architettura o della casa moderna, e il principe Gino Potenziani, più specialmente incaricato doi festeggiamenti popolari e sportivi.
Aggiungete a questi nomi quello del Presidente del Consiglio on. Luigi Luzzatti, quello del Sindaco di Roma, Ernesto Nathan e quello di Guido Baccelli, presidente onorario del Comitato e avrete, dinanzi a voi, gli nomini a cui Roma e l'Italia dovranno il pieno successo della grandiosa solennità.
II Programma.
Non si poteva dare convegno in Roma — in Roma, pensate ! — a tutte le genti d'Italia e a tutti i popoli civili del Mondo; senza sentire quanti doveri ciò facesse pesare su noi, e specialmente sugli uomini preposti alla magnifica cerimonia. Bisognava pensare a qualcosa di temporaneo, naturalmente, e anche a qualche cosa di duraturo. Ma bisognava cercare che le une cose e le altre, quelle destinate a eternarsi nel tempo e quelle destinate a sopravvivere nella memoria, simboleggiassero degnamente il fatto che si celebra; rendessero l'idea che si esalta, riassumessero il significato della data che si commemora.
Il programma ha proceduto largamente, osiamo dirlo, al duplice scopo.
Delle cose che rimarranno, nuovamente l'una del valore artistico od operativo del nostro tempo, meravigliosa colonna l'altra dei monumenti di Roma antica, eterni come il tempo; e la gloria, ricorderemo solamente il grandioso altare eretto dalla gratitudine italiana a Vittorio Emanuele, corno simbolo di un'epoca e di un'idea; il nuovo Ponte sul Tevere, ardito e meraviglioso, il Palazzo di Belle Arti dell'architetto Bazzani, e la così detta Passeggiata archeologica, inimitabile museo di capolavori, giganteggiante all'aperto sotto la gloria del sole.
Delle manifestazioni, aventi carattere temporaneo, quante sono le iniziative mirabili da ricordare !
Ne accenniamo alcune qui, secondo la memoria detta, senza ordine prestabilito.
A Vigna Cartoni, dopo lavori giganteschi di preparazione, sorgo l'Esposizione internazionale di Bollo Arti : a Piazza d'armi, sull'altra sponda del Tevere, che dividerà maestoso lo due gran-
di manifestazioni, mentre le riunirà il nuovo Ponte Vittorioso, di una sola arcata di 1U0 metri, più forte dell'antico e torbido protettore di Roma, sorgerà il nucleo principale dell'Esposizione circondato dallo costruzioni caratteristiche della Mostra etnografica. La prima, che è festa dell'arte, gara dei moderni artisti per cui il colore è poesia e per i quali il marmo dà forma al pensiero. Non ha bisogno di parole che ne dicano l'importanza. La sentiranno gli artisti italiani e stranieri che-man-deranno statue e quadri dove Raffaello dipinse e dove Michelangelo scolpì. La seconda, la Mostra etnografica, è forse quella che maggiormente simboleggia la festa patriottica che più riassume e sintetizza la data italiana. A traverso infatti i suoi varii reparti, e i Padiglioni regionali, interessantissimi, opera d'arte degli architetti più valorosi di ogni parte d'Italia, quella Mostra suggestiva e originale, ricca di significato e di genialità, è destinata a dire agli italiani e agli stranieri gli usi, i costumi, le abitudini, la vita privata e quella pubblica dei popoli così diversi tra loro, delle varie regioni d'Italia.
Non sarà già una Mostra superficialmente accozzata, un Museo freddo e incolore, che non desti nei visitatori altro che una fredda curiosità.
Dirà, invece, ai curiosi e agli studiosi, con efficacia grande a quelli, con maravigliosa chiarezza a questi, l'anima profonda dei popoli italiani, mirabilmente fusi in un solo; l'anima dei varii popoli italiani, che si intravede dallo foggie degli abiti, così del passato corno del presente, dagli utensili domestici clic svelano l'intimità della casa, dallo armi, dalle forme tradizionali dei varii spettacoli e dei varii passatempi; dall'architettura dei quaranta graziosi, ma-ravigliosi fabbricati, caratteristici, costituenti i cinque reparti dell'Italia Settentrionale, Centralo, Meridionale, Sardegna e Sicilia, destinati allo raccolto Loria e tutti animati da tipiche industrie dei singoli paesi.
Mentre curiosi e studiosi ammireranno le raccolte etnografiche o i tipi di costruzioni sfilerà dinanzi a loro la storia delle nostre popolazioni traverso le varie invasioni, le varie dominazioni, che introdussero nei costumi, che iniettarono nuovo sangue, ma che non riuscirono però mai ad alterare sensibilmente questo magnifico assimilntore elio fu ed è il popolo italiano. Gli arnesi di agricoltura, come quelli da pe-
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