Almanacco Italiano 1911 (parte seconda) di
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produziono maggiore e più rapida. Dopo tagliati, gli stracci passano in un magazzino in cui subiscono la definitiva suddivisione a seconda delle diverse qualità di carta a cui sono destinati.
Poi passano in un'enorme caldaia sferica — detta bollitore — in cui subiscono la liscivazione : operazione che si fa mediante il vapore acqueo ed una certa dose di calce viva e di salo di soda, variante a seconda delle qualità e del colore dei cenci.
Queste caldaie sferiche e cilindriche, hanno impresso un movimento rotatorio, lento e continuo, ed hanno al disotto un' apposita vasca di sgocciolamento.
forma di cellette, tenute all' oscuro, in cui completa la sua prosciugaziono ed il suo imbianchimento. Ivi fa l'effetto di neve posta in celle frigorifere, oppure di panna montata, e verrebbe voglia quasi di tuffarvi le dita — in mancanza di cucchiaino — per sentirne il sapore.
Riposata e scolata, viene passata nel cilindro raffinatore, di dove, subita l'ultima " trasformazione „ passa, a mezzo di una pompa, nelle pile. Quivi una ruota l'agita continuamente insieme all'acqua ed un'altra ruota in forma di bindolo la riversa nel " sablier „. Ivi, mescolandosi con altra acqua, passa traverso ad un pozzetto depuratore mu-
Cartiera di Gello. —
Dopo tale lavorazione, gli stracci passano in una o più vasche ampie ed ovali — in ferro od in muratura — chiamate olandesi.
Subiscono in esse una lavatura continua e movimentata, perchè l'acqua vi si rinnuova perennemente, agitata da un apposito ordigno in forma di ruota a palette.
Terminata la lavatura, lo straccio passa in altre vasche per lo sgocciolamento, da cui esce mediante corbelli-ascensori e passa in una sala soprastante, in apposita vasca detta sfilatore, in cui lo straccio si scinde per fibre e prende la forma di una mezzapasta, che ò poi trasmessa in un'altra vasca por l'imbianchimento. Questa operazione si fa mediante una soluzione di cloruro di calce, con l'aggiunta di un po' di acido solforico allungato.
Quando la pasta è bianca del tutto viene scaricata in depositi speciali, inSala allestimento.
nito di piastre di rame di due o tre decimi di millimetro, e di qui entra nella cassa di fabbricazione. In essa gira una specie di grosso tamburo munito di una rete metallica da cui filtra l'acqua permettendo così alla pasta di rimanere aderente.
La superficie del tamburo (precisamente nei punti dove si vuol dare la misura del formato), è attraversata da delle cordicelle di cotone e di lana che intaccano la pasta, la quale, dopo essere passata a delle presse, che la fanno scolare del tutto, mediante appositi feltri di lana e di cotone, viene trasmessa ai cilindri asciugatori.
Sul primo di questi cilindri, la cartai si stacca definitivamente, o passando poi dall'uno all'altro viene a posarsi su apposito piano.
Il foglio, però, è ancora assorbente, e quindi vion passato in un'altra macchina, chiamata incollatrice. Quivi, su-
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Gello
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