Almanacco Italiano 1911 (parte seconda) di

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      capitale 1" equivalente esatto tecnico del diritto di pensione. Tale proposta già presentata dalla Commissione Tecnica che nel 1901 studiò le basi della Istituzione giova all'Istituto in quanto che lo libera dal dover pagare ai giovani pensioni per lunghi anni, e serve ai soci anziani che hanno scarsa probabilità di godere per un lungo periodo il loro assegno e giova alla grande maggioranza dei soci perchè un capitale, ed i calcoli dimostrano che per ogni 210 lire versate a capitale inamovibile le se ne possono ricevere non meno di f>00 può tornar utile ai giovani per varie contingenze della vita senza contare che si può convertire in una rendita vitalizia differita od immediata.
      3) Facoltà ad ogni socio di domandare la liquidazione del capitale accumulato fino a data odierna con tutti i benefizi di interesse composto e di mutualità come risultanti da inventario patrimoniale al 31 dicembre 1910, somme che liquidate verranno riportate a conto individuale di ciascun socio nelle nuove sezioni autonome per la costituzione di capitali differiti organizzati dalla Cassa pensioni e verranno ripartiti fra gli aventi diritto alla scadenza dei periodi di associazione.
      4) Modificazioni statutarie della Cassa. Rimborsi colla quale verrà fissata una tariffa di premi secordo le varie età e con facoltà di potere assicurare il doppio delle quote versate. Ed a questo proposito è bene riportare quanto nella relazione al Delegati accompagnante le riforme delle quali discorriamo è scritto a questo proposito: u Noi abbiamo fiducia che con questo indirizzo la nostra Cassa Rimborsi dapprima istituita con modesto fine di controassicurazione, possa in breve divenire sicuro centro di irradiazione di nuove forme di previdenza popolare di quella vera e propria previdenza altruistica, che eccita gli uomini a provvedere non solo ai giorni della vecchiaia, ma anche alla sorte delle persone care che morti immature spesso lasciano in miserevoli condizioni di vita. Con tutta convinzione possiamo affermare che nessun altro Istituto vi è in Italia il quale possa al pari del nostro, con maggiori probabilità di successo risolvere il problema delle assicurazioni popolari. „
      5) Si convenne infine di lasciare ai soci dissenzienti la facoltà dì recesso non solo con diritto del rimborso delle quote versate ma anche degli interessi al 3%. Condizione questa di liberalità poiché mentre l'art. 107 dello Statuto sociale non concede gli interessi ai soci dissenzienti, volle largheggiale con costoro, concedendo un frutto adeguato dei loro r.sparmi.
      Queste sono le proposte votate dall'assemblea dei delegati di secondo grado: questo a'.l'osservatore imparziale ed attento appariranno come riforme puramente tecniche, elio avrebbero dovuto essere esaminate con animo freddo e pacato dai soci che avrebbero potuto trovare sede di discussione nei periodici tecnici.
      Come mai invece tali modificazioni sta-
      tutario hanno aperto le porte alle più fiere invettive contro la Cassa Pensioni, hanno scatenato la furia di avversari di ogui colore? Perchè e come l'opinione pubblica è stata artificiosamente traviata sì, che la questione della Cassa Mutua ha dato luogo a discussioni infinite, a diatribe violenti, e perfino a discussioni parlamentari?
      A questo punto bisogna dividere gli avversari della Cassa Mutua in due categorie, che nulla hanna di comune.
      L* una è costituita da coloro che pur approvando le basi scientifiche dell'Istituzione e desiderandone una completa revisione per la severità dei loro studi furono indotti a riconoscere il grande beneficio arrecato alla causa della previdenza italiana da un Istituto che ha seminate le virtù del risparmio e che a forza di Lire mensili ha radunato oltre 53 milioni e che in ogni località italiana ha saputo radunaro centinaia di migliaia di previdenti tra coloro che erano spregiati quali elementi refrattari dagli agenti produttori delle ordinarie società di assicurazione e quindi hanno intraveduto nelle attuali riforme nuovi e più razionali ordinamenti.
      Così il prof. Ulisse Gobbi dell'Università Bocconi di Milano e membio del Consiglio Superiore della previdenza ebbe a dire in due interviste quanto segue: la misura adottata dall'assemblea dei delegati è saggia e merita l'approvazione generale. Portata a!'e stelle quando avrebbe dovuto essere combattuta, è oggetto di avversione di critiche e odii ma che intende mettersi sotto una via buona meno incerta e meno pericolosa. Io so che vi sono state delle illusioni iniziali che dai fondatori si sono estese agli iscritti, e che si sono continuate sin che non si è trovati in faccia alla realta.
      Allora è stato necessario ricorrere ai provvedimenti, e quegli adottati dagli attuali am-mibistratori mi sembrano buoni ; ottimo sopratutto quello dell'assicurazione del capitale differito con basi tecniche.
      Così il prof. Attilio Cablati dell'Università di Torino scrisse in un articolo apparso snl tt Resto del Carlino n di Bologna : il mio pensiero tecnico è che, con tale gruppo di disposizioni, l'Istituto esce notevolmente rafforzato o, se si vuole a 'ohe moralniento nobilitato.
      La previdenza libera in Italia al pari della cooperazione — ha molto oscillato prima di trovare la sua via: ora mi pare che questa sia rinvenuta. Bisogna tener presente che non esiste iu Italia un Istituto il quale possa così a buon mercato esercitare la providenza, dirigendovi le briciole del risparmio giù giù sino alla lira mensile e dare la riaCassa Italiana colla Cassa Rimborsi — a nn prezzo che colio nuove riforme scenderà sino a 9,60°Devo riconoscere che la Cassa con le odierne modificazioni statuarie, st avvia a divenire, tentando tutte le vie, il vero Istituto della previdenza popolare, di quella previdenza che in Inghilterra colla Prudential ha saputo dallo scellino operare il miracolo di erigerò un organi-mso che conta un miliardo e 200 milioni di lire.
      E l'attuario slg. Carlo Cresci così ancora scriveva in una serie brillantissima di note


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Almanacco Italiano 1911 (parte seconda)
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 710

   

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