Processo originale degli untori di
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scilicet vogcUus prò parte eiusdeni Magando: ad illuni accessitt qui ipsi Notorio dixit <»), voglio dire quello che sò.
Et sic iuratusj et interrogati$ dixit, io mi chiamo Giacinto Maganza, et sono figliuolo d'uno Frate chiamato Frate Rocco, quale di presepio si trova in Santo Gioanni la Conca. Bettoli, che dica quello sà.
Resp. è uno cameriere, che dà quattro dople il giorno, et his dictis obmutuit Jnstitus ad dicendumJ quello ha cominciato dire. Resp. è il Baruello padrone dell'hostaria di S, Paolo, qual è anche parente dell'IIoste del Gambaro» qual Baruello si chiama Gio. Steffano.
Interrog. che dica, che co«i hà fatto detto Baruello.1 Resp. ha confessato già, che si è trovato de bisse, et! de véneni in una sua canepa, et Francesco Bertone gud1 cognata mi bà ricercato à voler andare con lui à cercar! delle bisse. • . . i . .r s» » • / 1 '
Ad alias cut, mi ricercò à questo con occasione die in P. T. mi dicono per sopranome il romana, et mi: disse andiamo fuori al giardino della Rosa à cercar bisse, sciatti, et ghezzi(»),et altri animali da quali poi fanno man-; giare una creatura morta, et come quelli animali hanno
(t) Ed essendo il di stesso sopravvenuto un altro processo dal Notajo Gallarato istrutto contro Giacinto Magapza ed al-, tri, stimai bene fame breve menzione. Il qual processo, tra* lasciati gì' indizj precedenti alla cattura di e«so Alaganza, è tale. Chiamato esso Gallarato alla Casinazza, ove il Mqgauza era in arresto, s'avvicinò a lui il quale gli disse... (i) Bisce, rospi e ramarri.
Lioogle
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