Processo originale degli untori di
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Interrogatus à dire, se è vero, che Gio. Giacomo Mora qui presente, come lui depose nel suo ultimo essamo, che per indurlo a far quanlo hi fatto intorno all' onto adoperato per ongere le mura, et porte di questa Città da lui deposto, li facesse la promessa de denari, dicendoli, che vi era un Cò grosso, che dava li danari, et dechiarando che tutto ciò faceva d'ordine, et comis-sione del Padiglia figliuolo del Castellano di Milano, il quale era il Cò grosso da lui nominato,
Respondit, Signor si, che è vero.
Dicente dicto Io. Iacobo, e voi volete dir questo?
Replicante dicto Commissario Platea, si che lo voglio dire, che è la verità, et sono à questo mal termine per voi, et sapete bene, che mi dicesti questo sopra l'u-schio della vostra bottegha.
Dictus autem Mora dixit, patienza; per amore di voi morirò.
Quibus actis fiat Platea reconsignatus, dictus vero Mora fuitInterrogatus, che dica hora mai la verità, se è vero, che al detto Guglielmo Piazza suo conoscente, et poco fa confrontato con lui, li dicesse, che vi era un Cò grosso, ò persona grande, che dava per quest'effetto danari, dechiarando, che tutto ciò faceva d'ordine, et commissione del Padiglia figliuolo del Sig. Castellano di Milano, che questo era il Cò grosso da lui nominato, si come dal detto Commissario li è stato sostenuto in faccia-
Respondit, Signore la verità io l'hò detta.
Dettoli, se non si risolverà di dir la verità se al detto Commissario ha detto le sodette parole, nel modo che di sopra è stato interrogato, che altrimente per bavere
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