8
JACK LONDON
dentro una cartina da sigarette. Arrotolata che ebbe la polvere della droga, cacciò la pillola in bocca e l'inghiottì senz'acqua.
— Potessi avere un po' di whiskey — gemette il primo uomo dopo un intervallo di silenzio. L'altro non rispose e dopo qualche tempo, senza alcun nesso, disse:
— Sono sfinito dalla febbre, Vi debbo lasciare, Griffiths, allorché arriveremo a Sydney. Basta coi tropici. Avrei dovuto esser meglio informato prima di firmare il contratto con voi.
— Non siete stato un buon pilota, — rispose Griffiths, in tono estenuato per l'eccessivo caldo. — Quando seppero alla spiaggia di Guvutu che vi eravate imbarcato con me, tutti risero. « Che, Jacobsen! — dicevano — Non potrete nascondere una piccola dose di gin di marca o di acido solforico senza che egli la scovi al fiuto. » Ed avete proprio operato' secondo la fama, prosciugando le mie provviste di quindici giorni ed ora sono rimasto senza nulla da bere.
— Se aveste una febbre violenta come la mia, allora lo capireste — rispose lamentandosi il pilota.
— Io non lo nego — continuò Griffiths. — Solamente, prego il buon Dio affinchè mi