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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   JACK LONDON
   dando: — Voialtri, ragazzi, rimanete tutti quanti sulla piroga.
   Poi, balzando sopra il parapetto e avanzandosi sopra coperta, mostrò un'agilità felina, sebbene il suo corpo fosse pesante. Al pari degli altri due, era vestito sommariamente. Portava la camiciola ordinaria e la bianca tunica succinta. Possedeva buoni muscoli, senza per questo apparire tozzo o pesante. Anzi, i suoi muscoli mostravano una giusta rotondità e ad ogni momento si profilavano sotto la liscia pelle abbronzata. Il sole dei torridi climi aveva pure imbrunito il suo viso come quello d'uno spagnuolo; i baffi giallognoli nel mezzo del viso abbronzato facevano un'impressione un po' strana; ma il chiaro celeste dei suoi occhi produceva addirittura un senso di stupefazione. Si stentava a persuadersi che la carnagione di quest'uomo dovesse un tempo essere stata bianca.
   — Donde diavolo cascate giù? — gli chiese Griffìths mentre si stringevano la mano. — Vi credevo lassù, a Santa Cruz.
   — Ci sono stato, — rispose il nuovo venuto. — Ma abbiamo avuto una traversata rapida. Il « Meraviglia » è appunto qua nella baia di Gooma, in attesa del vento favo-