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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   UN FIGLIO BEL SOLE
   209
   furono sollevati in aria quando fu la volta della « Malahini » di subire l'urto violentissimo.
   Poi niente più vento. Sopraggiungeva la striscia calma volante; una calma così completa, quanto impensabile, che Grief, acceso un fiammifero, lo vide ardere senza che la fiamma fosse piegata. Si era in un buio crepuscolo. La nuvolaglia, abbassandosi sempre più, sembrava ora toccare il mare.
   La « Roberta » aveva accorciato le catene quando arrivò la seconda testa dell'uragano. Anche gli altri bastimenti avevano riparato. Il mare, in piena furia, bolliva e schiumava irosamente. La coperta della « Malahini » vibrava sotto i piedi. Il sartiame sbatteva con fracasso contro gli alberi, e tutta l'attrezzatura, come percossa da po-ìenti mani, rimbombava selvaggiamente. Era impossibile tener fronte al vento, cioè respirare col vento in faccia, tale era la violenza della sua corsa. Mulhall, che volle fare la prova, fu così percosso dall'aria da sentirsi strangolato.
   — E' incredibile, — gridò, ma nessuno lo udì,
   Hermann e vari kanaka strisciavano con mani e ginocchia per calare la terza àn-