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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   302
   JACK LONDON
   Gli alberi li proteggevano, perchè, curvati dal fortissimo vento, rimanevano fissi in quella posizione, pur tremando e vibrando. Al di sotto, infuriava la schiuma bianca dei cavalloni.
   Lo stesso mare agitatissimo si vedeva per tutta la lunghezza della laguna. In quella distesa di una diecina di miglia aveva spazio di agitarsi e tutte le golette ne seguivano gli urti potenti. La « Malahini » aveva cominciato a scostarsi di fianco sotto le grandi ondate, e talora il suo ponte era pieno d'acqua.
   — Ecco il momento per la vostra macchina! — urlò Grief. Il capitano Warfield, strisciando dove c'era il macchinista, gridò energici comandi.
   Sotto la macchina, avanzando velocemente, la « Malahini » reagiva meglio. Continuava l'invasione delle ondate, però almeno le àncore non la fissavano più così pericolosamente. E d'altra parte non si potevano allentare le catene. Il meglio che i suoi quaranta cavalli potevano fare era di facilitare lo sforzo.
   E il vento aumentava ancora. Il piccolo « Nuhiva », davanti al « Malahini » e più vicino alla spiaggia, colla macchina ancora