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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   UN FIGLIO BEL SOLE
   303
   guasta e il capitano a riva, se la passava male. Fu seppellita così spesso e così profondamente che tutti si meravigliarono di vederla liberarsi di nuovo dall'acqua. Alle tre del pomeriggio, sopraffatto da un secondo cavallone prima di essersi liberato dal precedente, non ritornò più fuori.
   Mulhall guardò Grief.
   — Non c'è più rimedio, — disse Grief.
   Il capitano Warfìeld indicò il « Wini-
   fred », piccola goletta, che si immergeva e riappariva. I commenti del capitano erano portati via in parte dal vento.
   — Una tinozza marcia... Le àncore ten gono... ma è un miracolo se non si sfascia... vecchia come l'arca...
   Un'ora dopo, Hermann accennò ad essa. Non aveva più albero maestro, un gran pezzo di bordo se n'era andato, staccato via dalle ancore. Oscillava incurvata su un lato, immergendo sovente la punta; in tale stato essa fu inghiottita.
   Ora rimanevano cinque bastimenti, di cui soltanto il « Malahini » colla macchina. Temendo il destino del « Nuhiva », o del « Winifred », due di essi seguirono l'esempio del « Roberta », tirando su a forza le catene e infilando il passaggio. La « 'Dolly » fu la