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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   JACK LONDON
   prima, ma la distruzione l'attendeva sull'orlo dell'atollo, vicino al « Misi » e al « Cactus ». Intrepido malgrado tutte queste scene, il « Moana » seguì collo stesso risultato.
   — Discreta macchina, eh? — chiese il capitano Warfield al suo padrone.
   Grieg stese la mano e strinse quella del capitano. — Essa si ripaga subito! — Il vento sta piegandosi verso il sud; dovremmo quindi trovarci meglio.
   Lentamente e costantemente, ma con velocità sempre crescente, il vento si ripiegò verso il sud, e allora i tre bastimenti che erano rimasti subirono la spinta verso la costa. I ruderi della casa di Parlay furono sollevati e scaraventati nella laguna. Sfiorarono il « Malahini », e arrivarono fino al « Papara », che si trovava a duecento metri più in là. Fu un lavoro feroce quello delle onde; in un quarto d'ora della casa non c'era più traccia, e i suoi rottami avevano schiantato l'albero maestro e il bompresso del « Papàra ».
   Vicino alla riva c'era il « Tahaa », esile e somigliante a un yacht; Le sue ancore tenevano ancora, ma il suo capitano non vedendo nessuna attenuazione del vento, si decise a recidere gli alberi.
   — Una buona macchina la nostra, —