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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   JACK LONDON
   egli faticò un'ora dopo l'altra, accomodando, alimentando, benedicendo la macchina e imprecando contro di essa. L'accensione cominciò ad andar male. L'alimentazione peggiorò. Poi, sfortuna maggiore, i cilindri cominciarono a riscaldarsi. In un consulto tenuto nella cabina, il macchinista meticcio chiese e perorò di arrestare la macchina per mezz'ora al fine di raffreddarla e di provvedere alla circolazione dell'acqua. Il capitano Warfield era contro il fermare. Il meticcio giurò che la macchina si rovinerebbe e che meglio era fermarla. Grief, con occhi lucidi per l'eccitazione, insudiciato, contuso, diede i propri ordini. Mulhall, il capo-ciurma e Hermann furono messi nella cabina a preparare la gasolina. Si fece un foro attraverso il pavimento della stanza delle macchine, e un kanaka versò acqua di onda viva schiumosa sui cilindri, mentre Grief continuava a lubrificare i pezzi mobili con olio.
   — Non sapevo che foste un pratico di meccanica, — disse ammirando il capitano, quando Grief venne nella cabina a respirare una boccata d'aria meno impura.
   — Io mi bagno nella gasolina, io la mangio, — rispose Grief scricchiolando i denti.
   Di altri usi che egli facesse della gasoli-