Ufo FIGLIO DEL SOLE
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— Non è rimasto un albero di esse, — disse. — Ecco cosa significa non aver macchina. Devono essere state trascinate oltre prima che venisse il sommo della violenza.
A terra, dove c'era stata la casa di Par-lay, non ce n'era la minima traccia. Per cento metri, dove il mare aveva infuriato, non un albero, non un cippo. Più lungi c'era qualche rara palma, e moltissime erano state strappate dal suolo. Nel fogliame di una palma superstite, Tai-Hotauri asseriva di veder muovere qualche cosa. Il battello della « Malahini » era andato perduto; si vide Tai-Hotauri nuotare a riva e arrampicarsi sull'albero.
Quando tornò, si aiutò a scavalcare la ringhiera una ragazza nativa dell'ambiente di Parlay. Prima di tutto però essa porse loro un cesto tutto pesto. C'era dentro una covata di gattini ciechi, tutti morti, meno uno che miagolava debolmente e barcollava sulle gambe.
— E' tutto qui? — disse Mulhall.
Lungo la spiaggia si vide un uomo che
passeggiava. Si spostava di tanto in tanto, come uno che fa una passeggiata mattutina. Il capitano digrignò i denti. Era Narii Her-ring.