— 220 — .
Avvenne per combinazione che il secondo fosse uno svizzero gigantesco, di modo che, tranne alcuni punti che scricchiolavano nelle cuciture, tutto andò nel migliore dei modi
P°Per* qualche tempo non si udì che lo sfregamento delle vesti. Porthos e d'Artagnan si vestivano in fretta.
__È fatto, — dissero nel tempo stesso. — Riguardo a
voi compagni, — dissero volgendosi verso i soldati, — non vi accadrà nulla, se siete tanto gentili ; ma se vi movete, siete morti.
I soldati stettero quieti. Essi avevano compreso dal pugno di Porthos che l'affare era piuttosto serio e non c'era affatto bisogno di scherzare.
— Adesso, — disse d'Artagnan, — non vi spiacerà di comprendere, non è vero, Porthos?
— È vero, non c'è male.
— Or dunque, discendiamo nel cortile.
— Sì.
— Prendiamo le veci di quei due ragazzetti.
— Sta bene.
— Passeggiamo in lungo e in largo.
— La cosa sarà gradita, dato che non fa caldo.
— Tra qualche momento, il servo chiamerà come ieri il servizio.
— Noi rispondiamo?
— No, noi non dobbiamo rispondere.
— Come vorrete. Non m'importa di rispondergli.
— Non rispondiamo ; cacciamoci solo il cappello in testa e scortiamo Sua Eminenza.
— Dove?
— Dove essa va, presso Athos. Credete che se ne affligga nel vederci?
— Oh ! — esclamò Porthos, — adesso comprendo !
— Aspettate a gridare, Porthos ; poiché parola d'onore, non siete al termine, — disse il Guascone in tono canzonatorio.
— Cosa sta per accadere? — disse Porthos.
— Seguitemi, — rispose d'Artagnan. — Chi vivrà vedrà.
E passando per il buco si lasciò cadere leggermente nel
cortile. Porthos lo seguì per la stessa strada, benché con più fatica e meno diligenza.
I soldati legati nella stanza si sentivano tremare dalla paura.