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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 222 — .
   fcivo umore, vedendo che le cose prendevano una piega piuttosto brutta dopo aver incominciato tanto bene.
   _ Noi abbiamo percorso ottanta passi, — mormorò
   d'Artagnan, — abbiamo saliti sei gradini, è qui, dunque, come ha detto poco fa il mio illustre amico du Vallon, quell'altro padiglione parallelo al nostro che viene chiamato padiglione dell'aranciaia. Il conte de La Fère non deve essere lontano ; però le porte sono chiuse.
   _ Ecco una grave difficoltà! — disse Porthos, — ma
   con un buon colpo di spalla...
   — Per carità, Porthos, amico mio, risparmiate i vostri atti di gran forza, quando non hanno il valore che meritano; non avete inteso che deve venire qui qualcuno?
   — È vero.
   — Dunque! questo qualcuno ci aprirà la porta.
   — Ma, mio caro, — disse Porthos, — se questo qualcuno ci riconosce, se questo qualcuno riconoscendoci si mette a gridare, noi siamo perduti; poiché alla fine, immagino che voi non avete designato di farmi strangolare quell'uomo di chiesa. Codesti modi sono buoni verso gli inglesi e verso i tedeschi.
   — Oh, Dio mi guardi, e voi pure! — disse d'Artagnan. — Il giovane re forse ci sarebbe riconoscente, ma la regina non ce lo perdonerà, ed è lei che bisogna trattare con riguardo ; eppoi d'altra parte sarebbe del sangue inutile! no, mai; questi modi col grande, mai. Ho il mio progetto. Lasciatemi fare e rideremo.
   — Tanto meglio, — disse Porthos, — ne provo il bisogno.
   Zitto, — disse d'Artagnan, — ecco la persona annunciata.
   S'intese allora nella sala precedente, cioè nel vestibolo, il rumore di un passo leggero. I oardini della porta cigolarono e apparve un uomo vestito da cavaliere, avvolto in un mantello bruno, con un cappellaccio a larghe falde con un lembo voltato sugli occhi ed una lanterna in mano.
   Porthos si tenne ritto in disparte contro il muro, ma non potè rendersi invisibile e l'uomo dal cappellaccio lo vide; gli mise davanti la lanterna e gli disse:
   — Accendete la lampada del soffitto.
   Indi rivolgendosi a d'Artagnan:
   — Voi conoscete la consegna, — diss'egli.
   Ja, — rispose il guascone, determinato a limitarsi a quel campione della lingua tedesca.
   Tedesco, — disse il cavaliere, va bene.