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__ Monsignore, — disse d'Artagnan, — Vostra Eminenza vede come noi ci atteniamo alle cerimonie, ma per altro siamo costretti ad avvertirla che non abbiamo tempo da perdere; aprite dunque, monsignore, se ciò vi garba, e vogliate ricordarvi una volta per sempre, che al minimo movimento che farete per fuggire, al minimo grido che lancerete per scappare, siccome la nostra situazione è eccezionale, non dovrete avervene a male se commettessimo degli eccessi.
— State tranquilli, signori, — disse Mazarino, — io non tenterò nulla, vi dò,la mia parola d'onore.
D'Artagnan fece segno a Porthos di aumentare la vigilanza, poi volgendosi verso Mazarino:
— Adesso, monsignore, entriamo, se non vi spiaoe.
LXLIII.
INFERENZE.
Mazarino fece scorrere il catenaccio d'una doppia porta sulla soglia della quale si trovava Athos pronto a ricevere il suo illustre visitatore, a seconda dell'avviso datogli da Comminges.
Scorgendo Mazarino, egli s'inchinò.
— Vostra Eminenza, — diss'egli, — poteva fare a meno di farsi accompagnare, l'onore che ricevo è troppo grande perchè io lo possa dimenticare.
— Eppure, mio caro conte, — disse d'Artagnan, — Sua Eminenza, non ci voleva assolutamente con sè ; siamo stati io ed il signor du Vallon che abbiamo insistito, in un modo un poco scortese, forse, ma avevamo tanta voglia di vedervi .
A quella voce, a quell'accento canzonatorio, a quel gesto così conosciuto che accompagnava quell'accento e quella voce, Athos fece un balzo dalla sorpresa.
— D'Artagnan ! Porthos ! — esclamò.
-— In persona, caro amico.
— In persona, — ripetè Porthos.
— Cosa vuol dire ciò ? — domandò il conte.
— Ciò vuol dire, — rispose Mazarino, provandosi a