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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   _ 233 —
   — No, monsignore, — disse l'onesto domestico, — è il signor Aramis che mi ha detto di custodire i cavalli.
   — Ma Aramis è qui dunque?
   — Sì, signore, da ieri.
   — E cosa fate voi?
   — Stiamo in agguato.
   — Come Aramis si trova qui? — domandò Athos.
   ; — Alla piccola porta del castello. È quello il suo posto. —- Siete in buon numero ?
   — Siamo in sessanta.
   — Fallo avvertire.
   — Subito, signore.
   E pensando che nessuno avrebbe eseguito l'incombenza meglio di lui, Grimaud partì a gambe levate, mentre che stando per essere riuniti alla fine, i tre amici aspettavano.
   In tutta la comitiva non c'era che il signor Mazarino che fosse di malumore.
   LXLIV.
   In cui si comincia a credere che Porthos alla fine
   sarà barone e d'artagnan sarà capitano.
   Al termine di dieci minuti Aramis giunse accompagnato da otto o dieci gentiluomini. Era raggiante di gioia, e si gettò al collo dei suoi amici.
   — Siete liberi dunque, o fratelli! liberi 6enza il mio aiuto ! non avrei dunque potuto far niente malgrado tutti i miei sforzi 1
   — Non vi disperate, caro amico. Ciò che è rimandato, non è perduto. Se non avete potuto fare, farete.
   — Tuttavia, avevo preso le mie precauzioni, — disse Aramis. — Ho ottenuto sessanta uomini dal signor Coadiutore; venti guardano la cinta del parco, venti la strada da Rueil a San Germano, venti sono disseminati nel bosco. Ho intercettato in questo modo, grazie a queste disposizioni strategiche, due corrieri mandati da Mazarino alla regina.
   Mazarino aguzzò l'orecchio.