Luigi Ponziani, nato a Teramo, è uno storico ed è stato docente di storia contemporanea e di storia della stampa e dell'editoria presso l'Università degli Studi dell'Aquila. Gli interessi storiografici del professor Ponziani, direttore emerito della biblioteca Delfico di Teramo, riguardano particolarmente lo studio dei ceti dirigenti e la storia civile e culturale regionale e meridionale dell'800-900. E' tra i fondatori e direttore del periodico "Notizie dalla Delfico" che per 27 anni ha documentato e illustrato l'attività dell'importante istituzione culturale teramana. Conta numerosissime pubblicazioni, ha coperto ulteriori prestigiosi incarichi, quale presidente dell'Istituto Abruzzese per la Storia d'Italia dal fascismo alla resistenza e componente del comitato di redazione della rivista Abruzzo Contemporanea.
Io intanto devo ringraziare il Signor Prefetto per aver pensato alla mia persona e quindi sono onorato del fatto che possa dare il mio contributo a questa manifestazione così solenne e importante. Io naturalmente farò un discorso di inquadramento storico, quindi con qualche necessaria articolazione di contenuto che vada al di là ovviamente della stretta emotività, che pure la giornata impone a ciascuno di noi.
Da diversi anni ormai gli storici stanno compiendo una serie di ricerche su quello che possiamo chiamare il sistema concentrazionale in quanto aspetto non secondario, bensì fondante, delle istituzioni repressive messe in atto dal regime fascista, e che diventano un carattere specifico dello Stato totalitario italiano. Tale consapevolezza è meno evidente di quanto a prima vista possa sembrare, dal momento che mancano ancora nella stessa storiografia più aggiornata studi approfonditi e sistematici degli strumenti concreti attraverso cui il fascismo oppresse e represse minoranze nazionali, avversari politici, minoranze etniche e religiose, introducendo forse in maniera sistematica per la prima volta e così appariscente, formidabili fattori rottura della omogeneità sociale del nostro paese. Le ragioni di tale ancora scarsa attenzione vanno altresì individuate nella sottovalutazione della legislazione razziale introdotta dal regime. Si è manifestata la tendenza, più profonda di quanto a prima vista possa sembrare, ad occultare la realtà della persecuzione anti ebraica, tanto più vergognosa in quanto praticata non sulla base di atti di ostilità verso il regime fascista, bensì in virtù della pretesa diversità biologica dei soggetti sottoposti a discriminazione. Insieme a questa sottovalutazione generale, finivano e finiscono talvolta ancora oggi per scomparire o essere ridimensionati gli strumenti attraverso cui si è esercitata quel tipo di repressione e discriminazione.
Segue l'esposizione del tema "Antisemitismo e legislazione razziale nel primo novecento italiano".
Giornata della Memoria 2024 a Teramo