Giornata della Memoria 2024

27 gennaio 2024

Teramo, Sala Convegni Camera di Commercio Gran Sasso d'Italia


Giornata della Memoria 2024 a Teramo

Intervento del Sindaco di Teramo Gianguido D'Alberto


       Grazie in primo luogo a Sua Eccellenza il Signor Prefetto per questa iniziativa, che si inserisce all'interno della Giornata della Memoria nella nostra città di Teramo, alla quale abbiamo collaborato con grande entusiasmo e con senso del dovere, proprio perché esalta ancora di più il senso profondo di questa giornata, che come abbiamo detto più volte, non può essere intesa come memoria, come un mero esercizio retorico, ma deve essere necessariamente un ricordo che non si limita a guardare al passato, ma attraverso lo sguardo al passato proietta gli occhi verso il futuro, mettendo in campo quei valori che sono l'esaltazione della vita, l'esaltazione del bene contro l'odio, contro la morte, nel presente e in ogni tempo.
       E' l'occasione per ribadire ancora una volta che la Giornata della Memoria è in riferimento all'Olocausto. E' bene ribadirlo, perché non possiamo assolutamente dimenticare che l'Olocausto è stato l'emblema dell'annientamento della dignità umana che non ha pari nella storia, per la sistematicità e l'ingegnerizzazione della volontà di cancellare un popolo. E' bene rimarcarlo oggi in questa fase storica e in relazione anche alla legislatura che stiamo vivendo con la nostra rappresentanza parlamentare, che è di buon auspicio ed è nata sotto i migliori auspici. Non dimentichiamo che questa legislatura è nata con le parole della senatrice Liliana Segre, e si è aperta con le sue parole. Io ricordo che qualche anno fa, e saluto tutti gli amici colleghi sindaci qui presenti, precisamente nel 2019, intorno a Liliana Segre costruimmo una sorta di scorta civica con una bellissima iniziativa a Milano dal titolo "L'odio non ha futuro", a cui aggiungerei l'odio non è e non può essere il futuro.
       In quella occasione ci siamo stretti intorno alla figura di Liliana Segre, che fu vittima proprio nei giorni precedenti di attacchi di odio e di discriminazione, nell'imminenza dell'inizio della pandemia, e in quella occasione a Milano Liliana Segre ricordò ai sindaci il valore importante che i sindaci e le comunità locali portano con loro, nel rafforzare il valore della memoria; disse che i sindaci, e quindi i comuni, sono portatori di uno straordinario giacimento delle storie della comunità. Noi abbiamo il dovere di guardare con grande attenzione a questo giacimento, e dobbiamo attingere a piene mani, come Paola Fargion e Meir Polacco hanno fatto con questo lavoro straordinario nei confronti di un nostro concittadino, Umberto Adamoli. Per cui non posso che ringraziarvi a nome di tutta la nostra comunità con tutto il cuore, perché questo appuntamento, come abbiamo detto, ha un significato straordinario; devono essere, memoria ed impegno, veri e propri fari del nostro agire, per la tutela in ogni luogo e in ogni tempo della dignità dell'uomo. Ancora una volta la nostra carta costituzionale, che è stata citata, resta la stella polare: la Carta Costituzionale negli articoli fondamentali si apre fortemente con il richiamo alla dignità che ancora oggi viene calpestata e che spesso ci trova indifferenti. Costituzione che, è stato detto dal professor Ponziani come sempre in modo straordinario, costituisce ovviamente la reazione che segue al percorso di odio che si sviluppò nel corso di quegli anni e rispetto ai quali L'Italia non è rimasta estranea.
       Il richiamo oggi alle leggi razziali del 1938 è fondamentale, leggi razziali che il fascismo volle in un paese che, sulla scorta di radicati pregiudizi, le accolse perlopiù nella totale indifferenza, se non in un clima di condivisione. Per questo i padri costituenti con estrema lungimiranza lavorarono ad una Costituzione geneticamente antifascista, proprio perché esalta il valore assoluto della dignità, quella dignità che proprio il fascismo e il nazismo violarono, mettendo in atto la più ampia e più profonda e drammatica violazione, una violazione di cui ancora oggi le istituzioni repubblicane hanno il dovere della vergogna, hanno il dovere di chiedere scusa.
       Però in quegli anni ci furono Uomini e Donne che scelsero di stare dalla parte giusta, dalla parte della dignità dell'uomo, della dignità della persona, che è un concetto ancora più profondo. Per questo non posso che esprimere l'orgoglio dell'intera comunità teramana per il riconoscimento che da un consesso tanto autorevole è stato assegnato ad Umberto Adamoli, e saluto anch'io ed abbraccio e rivolgo l'abbraccio di tutta la comunità alla famiglia. Un riconoscimento tra l'altro attributo in altri casi a figure di primo piano e di indelebile ricordo nella terribile vicenda di quegli anni così tragici, e che conferma l'impegno e lo spessore delle donne e degli uomini del nostro territorio nella difesa del valore della vita e della dignità umana, messi al centro in ogni azione. Il conferimento del prestigioso riconoscimento ad Umberto Adamoli assume in questo caso un significato ancora più forte, decisamente speciale, perché all'epoca, è stato detto, Umberto Adamoli era il podestà della città, personalità pertanto pienamente integrata nel regime che allora imperversava in Italia, e quindi la sua figura si staglia con un particolare spessore proprio perché egli compì delle scelte, pur ricoprendo un ruolo che lo esponeva ovviamente ad un rischio aggiuntivo, un rischio particolare per ciò che avrebbe compiuto. Doppio rischio, quello di aver protetto gli ebrei e quello di non essersi adoperato per far valere le disposizioni di un governo che con le leggi razziali aveva segnato la vita di quelle persone.
       Si distingue poi Umberto Adamoli per un altro atto di eroismo, per me molto importante, quando si offriva in ostaggio ai tedeschi che intendevano operare una rappresaglia contro cento inermi cittadini teramani a seguito dei fatti di Bosco Martese. Umberto Adamoli pertanto, nostro concittadino, è uno dei tanti coraggiosi italiani che ascoltarono la voce della propria coscienza, disobbedendo spesso agli ordini, per preservare il sacro valore della vita. Quanto fatto da Adamoli perciò testimonia di una saldezza morale inossidabile che gli consentì di anteporre i principi della solidarietà tra uomini ad ogni forma di discriminazione, che in quel periodo in particolare, videro la loro più drammatica affermazione. Non è azzardo perciò sostenere che Umberto Adamoli, in un certo senso, fu protagonista di una sua Resistenza, di una lotta di liberazione che interpretava non concretamente, ma con l'impeto che appartiene alle cause giuste, con il coraggio che dà forza alle più opprimenti paure, con la certezza di chi sa che la vita umana di ciascun uomo vale più di ogni ideologia e di ogni imperio.
       Un eroe in un certo senso perciò il teramano Umberto Adamoli, di un eroismo senza enfasi, sostanziato da temerarietà e convinzione. Un eroismo silenzioso che aveva le sue radici nel profondo senso della giustizia e dell'umanità, poiché chi salva una vita salva il mondo intero. La commissione ha voluto premiare, e ringrazio ancora Paola Fargion e Meir Polacco, il coraggio di Umberto Adamoli, che durante il periodo più buio del novecento ha saputo scegliere ciò che era giusto e non ciò che forse sarebbe stato più facile.
       Oggi Teramo con questa giornata è più ricca di umanità, e il valore della memoria assume un significato sempre più forte nella nostra città, ma dobbiamo ribadirlo noi come istituzioni, con forza, e tutto il nostro paese: questa giornata ci deve spingere sempre di più a scegliere, a scegliere con coraggio da che parte stare, sempre, e la parte giusta è quella dell'uomo. Grazie

Giornata della Memoria 2024 a Teramo

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