E' ora il momento della consegna delle medaglie d'onore concesse con decreto del Presidente della Repubblica Italiana ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra, quale risarcimento soprattutto morale che la Repubblica Italiana riconosce per il sacrificio patito dai propri cittadini, preceduta da una introduzione del giornalista e storico Walter De Berardinis.
Intanto parlare dopo tre persone illustri come quelle che sono qui presenti, mi fa sentire veramente piccolo, soprattutto al cospetto del dott. Luigi Ponziani, perché sono cresciuto con i suoi libri, con i suoi testi, e credo anche con i suoi insegnamenti, che sono importanti per la mia generazione. Ringrazio il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, il Colonnello Fabrizio Chirico, il quale mi ha anche dato un compito per quest'anno che ricorre i 250 anni della fondazione del corpo, cioè cercare i finanzieri teramani, e due li abbiamo portati qui stasera, che morirono nei lager tedeschi. Quindi sono onorato di questo. Saluto anche la prof.ssa Paola Fargion - appena sono arrivato qui mi sono fatto subito autografare il suo libro "Il vescovo degli ebrei" che ho qui sul tavolo. Anche le mie ricerche partono dagli archivi del Vaticano, dato che con l'8 settembre lo Stato cessa di esistere e non c'è più nessun punto di riferimento. Dobbiamo quindi ringraziare i nostri parroci di allora che scrivevano al Vaticano che rilasciava i lascia-passare e le richieste dei parenti detenuti nei lager tedeschi attraverso “l’Interm Arma Caritas” – l’ufficio informazioni del Vaticano per i prigionieri di guerra – istituito da Pio XII (1939-1947).
Interviene la prof.ssa Paola Fargion:
"De Berardinis, quando leggerà il libro comprenderà perché quel titolo. Non lo posso dire, deve leggerlo, invito a leggere. Posso comunque confermare, mi permetta questa intrusione, che del clero ci stiamo occupando moltissimo, anzi posso dire che è un mio pallino questo. Ce ne stiamo occupando moltissimo a livello nazionale, perché si parte dal presupposto che sia un obbligo, un compito, una cosa ovvia che un sacerdote, una suora, salvino delle persone. Fa parte del proprio lavoro. Ma non è proprio così, perché comunque un conto è pregare, un conto è trovarsi di fronte alla morte, e io potrei raccontarvi mille casi di questo, sul clero, sugli archivi Vaticani, su ciò che è successo. Abbiamo molte testimonianze e molti nomi già presenti davanti alla commissione".
Riprende la parola Walter De Berardinis:
La ringrazio. Altro onore per me è avere tra il pubblico, e l'ho accompagnata qui io stasera, la vedova dell'Ammiraglio Vitaliano Lamberti, la signora Silvana Di Giovanni che mi ha fatto conoscere la storia scritta dal marito sull'ebreo polacco Ludwik Lejzer (?azarz) Zamenhof (Bia?ystok, 15 dicembre 1859 – Varsavia, 14 aprile 1917), un medico e linguista ebreo-polacco, creatore dell'esperanto, la lingua universale. Quindi dobbiamo ringraziare proprio l'Ammiraglio se in Italia, per la casa editrice Mursia, uscì questa storia incredibile dell'ebreo polacco le cui figlie, tra l'altro, sono morte nel campo di concentramento di Treblinka. Prima diceva il Prefetto, e lo ringrazio per questa opportunità che mi dà, che procuro lavoro anche ai suoi funzionari: pensate che sono arrivato anche alla Prefettura di Pescara, perché loro avevano una sola medaglia da consegnare, una famiglia dell'Argentina che è tornata qui, dopo l'ultima crisi economica, e si sono stabiliti in Abruzzo la terra dei loro avi. Una sera mi contattarono, grazie alla critica d’arte Rosalba Rossi di San Benedetto del Tronto, per ritrovare il loro congiunto. Quindi ieri un'altra medaglia è uscita da queste ricerche fatte da me. Nicola Scarinci, questo il nome dello sventurato soldato italiano, catturato dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 in Abruzzo dove era in convalescenza, portato sulla linea Gustav e purtroppo, o per ribellione o perché tentò la fuga, venne ucciso. Lui è stato medagliato ieri (n.d.r. 26 gennaio) e la Prefettura di Pescara ha potuto scrivere: consegniamo una medaglia alla memoria.
Mi ha fatto molto piacere sentire l'intervento del Sindaco di Teramo, Gianguido D'Alberto, perché se si parla della Provincia di Teramo come prima battaglia campale della Resistenza italiana col Bosco Martese, voi teramani dovete essere fieri perché un giovane ufficiale del Regio Esercito, Carino Gambacorta, futuro Sindaco della vostra città, da giovane sottotenente partecipò alla battaglia di Barletta – uno dei primissimi scontri in campo aperto tra il Regio Esercito e le formazioni dell’esercito tedesco - poi fu catturato e internato nei lager nazisti. Noi proprio a Teramo abbiamo dato la medaglia al figlio Pasquale, insieme alla nipote dell’altro ufficiale dell’Aeronautica, Walter Costantini, che condivideva con lui una camerata del lager.
E’ giusto fare un inquadramento degli internati militari che qui stasera onoriamo con la medaglia d’onore. Ci sono tre date importanti per cui i nostri soldati si trovavano lì a combattere: nel 1939 l'Albania con l'annessione, nel 1940 la Grecia, e nel 1941 l'aggressione della Jugoslavia, prima citata da Gigi Ponziani. Queste sono le tre date importanti che devono tenere a mente le famiglie che stasera sono qui davanti a noi. Una stima parla di 650.000 militari italiani finiti nelle mani tedesche, 450.000 sui Balcani, 200.000 sparsi tra il sud della Francia e in territorio italiano catturati e deportati. Circa 50.000 di questi non tornarono più a casa.
Essendo di Giulianova e seguendo le storie dei reduci, ha censito 39 caduti nei lager e circa 150 tornati vivi dai quei campi sparsi tra la Germania, la Polonia, i Balcani, la Francia e le isole dell'Egeo. Perché se ne parla solo adesso? Negli anni 50 e 60, e naturalmente stiamo parlando dei genitori e nonni dei familiari presenti, c'era vergogna, soprattutto vergogna perché loro ritornavano sul loro dolore di deportati. Ma c'era anche una questione sociale: mentre qui i partigiani combattevano, loro venivano "messi alla gogna" perché non avevano combattuto, perché si erano arresi consegnando le armi, ed infatti la parola che per loro ricorre sempre è resistenza passiva. Tra gli anni ‘60 e ‘80 la memorialistica arriva attraverso i loro racconti di piccole case editrici. Dobbiamo ringraziare le associazioni come l’ANEI – Associazione Nazionale Ex Internati, e qui vedo tra il pubblico la rappresentante del provinciale di Teramo, Gabriella Persiani, anche lei nipote del deportato Carmine Broccolini. Anche l’ANARP – Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia – fin dalla sua costituzione diffonde il ricordo dei deportati con pubblicazioni, ricerche e insegnanti nei vari gradi scolastici. Dobbiamo aspettare gli anni ‘90 e il 2000 per trovare pubblicazioni come: I Militari Italiani Internati nei Campi di Concentramento del Terzo Reich 1943-1945 di Gerhard Schreiber del 1992; Gli internati militari italiani in Germania di Gabriele Hammermann del 2002; Gli internati militari italiani: dai Balcani, in Germania e nell’Urss 1943-1945 di Maria Teresa Giusti del 2019; Gli internati militari italiani e I Militari Italiani nei lager nazisti di Mario Avagliano e Marco Palmieri, rispettivamente usciti del 2009 e 2020 e l’ultimo, Schiavi di Hitler – i militari italiani nei lager nazisti di Mimmo Franzinelli del 2023.
Pensate che molti di questi internati diventarono, dopo il loro ritorno e reinserimento nel mondo lavorativo persone di rilievo: l’editore Edilio Rusconi, l'immenso Mario Rigoni Stern, l’attore Raffaele Pisu, l'attore e poeta Tonino Guerra, il “nostro” Lino Manocchia che oggi al Tribunale di Teramo è stato ricordato con uno spettacolo teatrale, il grande Giovannino Guareschi che era con il nonno della funzionaria Luana Strippoli. E ne potrei elencare altri. Luigi Ponziani cita adesso Alessandro Natta, che è stato il segretario del Partito Comunista, il più grande d'Occidente, e lui stesso ne farà le spese con il suo libro "L’altra Resistenza" che arriverà molto in ritardo (1996), e i motivi li possiamo immaginare.
Chiudo la mia prima parte istituzionale. All'inizio dell'evento abbiamo omaggiato la città di Teramo con il libro “dispersi in guerra”, che è stato realizzato dalla professoressa Silvia Pascale e Orlando Materassi, loro collaborano anche con delle istituzioni tedesche e loro stessi mi hanno chiesto di cercare a Teramo l’internato Dario Cosmi. Ho citato questo libro perché la giornalista, grazie a Gabriella Persiani, venuta da Milano apposta per questo evento, abbiamo realizzato la biografia del soldato morto nel famigerato castello di Hadamar in Germania. Abbiamo ricordato così Dario Cosmi, in fondo alla sala è presente il nipote che si chiama come lui, perché suo papà Raffaele, vivente ultra novantenne, alla nascita del suo primogenito chiamò suo figlio come il fratello Dario. La cosa incredibile è che Dario è stato ritrovato da questa professoressa in un archivio, grazie ai tedeschi che gli hanno segnalato i nomi di cinque sei internati militari italiani, nel famoso castello di Hadamar, dove venivano fatti gli esperimenti su cavie umane.
Prima ho citato il nonno della dottoressa Strippoli, ma devo dire che il prossimo anno ci sarà anche il papà del direttore generale della ASL di Teramo Di Giosia, che fu catturato in Grecia. Chiudo invitandovi a Giulianova, chi vuole, nel posizionamento della pietra d’inciampo al carabiniere Carmine Broccolini, perché questo è un progetto che sto portando in tutti i comuni teramani grazie alla città di Giulianova che per prima a sposato il progetto, qui rappresentata della Vicesindaca Lidia Albani. Sarà la quarta pietra di campo per Giulianova, la quinta in provincia di Teramo. Ci posizioniamo, anche come ricordo, solo dietro alla provincia dell'Aquila.
Adesso verranno chiamati i familiari a prendere queste otto medaglie, e quindi vi dico brevemente alcune notizie sugli internati. Quello che mi ha colpito di più tra le onorificenze che verranno date è Armando Aquilino. Mi ha colpito perché mi ha detto che il papà lo ha visto solo in fotografia, perché il suo papà è disperso, probabilmente catturato in Grecia. Ciarpelli Domenico, finanziere, come avevo annunciato al comandante: qui è stata brava la nipote, tramite la mamma, che ha fatto un lavoro incredibile: ha scritto alla Croce Rossa, al Vaticano, e di lui posso annunciare che ho trovato il suo ruolo matricolare. Per De Iuliis Marino (la signora è sulla mia sinistra) invece è la figlia che si è adoperata: la nipote da Bologna si è attivata, proprio dove venne catturato il nonno, passando per diversi campi, dalla Francia (dove passa per tre campi di internamento) alla Germania. Per Giannino Paolo ritira il figlio Vincenzo ex finanziere, altro collegamento con GDF. Un'altra storia incredibile è quella di Giovannini Ercolino, perché non avevamo documentazione: catturato a Lero questi passò addirittura sulle navi di trasporto tra le isole e la terraferma, che di solito era la Grecia, e che rischiavano di essere affondate dai sommergibili inglesi, e ci sono stati tanti caduti su queste navi. Per Grimaldi Emilio c'è qui la signora, la professoressa, che mi ha detto: io vengo a Giulianova da Controguerra, noi dobbiamo ritrovare mio padre, ed io mi sono emozionato. Riccioni Corrado di Fano Adriano dove tantissimi sono Riccioni e tantissime le medaglie conferite. La difficoltà per i paesi montani, come nel caso di Fano, è che molti erano pastori i quali andavano nelle campagne romane, dove o si sposavano o arrivavano già sposati, e facevano i figli a Roma. Quindi per me è stato veramente incredibile contattare gli archivi di Roma per ritrovarli. Su Attilio Sebastiani c'è un'altra storia: un finanziere che entrò nella commissione per la pace con i francesi. Chiudo con una testimonianza di un soldato che ho ritrovato su uno dei tanti libri della professoressa Maria Teresa Giusti, che racchiude tutti questi ex IMI: questo soldato dice: "E perché di guerre dovevo farne due io? Prima con uno e dopo con un altro, e che sono io un guerriero senza gloria? Perché devo fare due guerre? Una mi basta, una l'ho sofferta e basta Non volevo combattere contro nessuno, io nemici non ne ho". Grazie
La consegna delle Medaglie d'Onore
Giornata della Memoria 2024 a Teramo