(segue) «Intransigenza assoluta»
(22 giugno 1925)
[Inizio scritto]

      Quale dunque il nostro metodo? La parola d'ordine, o fascisti, è questa: intransigenza assoluta ideale e pratica. La seconda parola d'ordine: tutto il potere a tutto il Fascismo! Coloro che hanno avuto dal destino il compito di guidare una rivoluzione, sono come i generali che hanno avuto dal destino il compito di condurre una guerra. Guerra e rivoluzione sono due termini che vanno quasi sempre accoppiati: o è la guerra che determina la rivoluzione o è la rivoluzione che sbocca in una guerra. Anche la strategia dei due movimenti si rassomiglia: come in una guerra, così in una rivoluzione non sempre si va all'assalto. Qualche volta bisogna conoscere le ritirate, più o meno strategiche; qualche volta bisogna stagnare lungamente nelle posizioni conquistate; ma la meta è quella: l'impero! Fondare una città, scoprire una colonia, fondare un impero, sono i prodigi dello spirito umano. Un impero non è soltanto territoriale: può essere politico, economico, spirituale. L'impero non è per altro una creazione improvvisa. L'Inghilterra ha avuto Gibilterra dopo la pace di Utrecht, ha avuto Malta dopo Waterloo, ha avuto Cipro nel 1878. Sono corsi due secoli prima che l'Inghilterra avesse quelle che si chiamano le chiavi fondamentali del suo impero. Dobbiamo tendere a questo. Allora bisogna abbandonare risolutamente tutta la fraseologia e la mentalità liberale. La parola d'ordine non può essere che questa: disciplina. Disciplina all'interno per avere di fronte all'estero il blocco granitico di un'unica volontà nazionale.
      Camerati, quattro anni fa io vi dissi in questa stessa sala — e molti di voi erano presenti e sono ormai quelli che si potrebbero chiamare i veterani del Fascismo — dissi: Guarite di me! Non è stato possibile, perché evidentemente...
      Si grida: No! no!
      Rossoni: Non è possibile!
      Mussolini: ... Perché evidentemente ogni grande movimento deve avere un uomo rappresentativo, che di questo movimento soffra tutta la passione, e porti tutta la fiamma. Ebbene, o camerati, ritornate alle vostre terre, che io amo, e gridate con alta voce e con sicura coscienza che la bandiera della rivoluzione fascista è affidata alle mie mani, ed io sono disposto a difenderla contro chiunque, anche a prezzo del mio sangue!

(segue...)