a cura di Federico Adamoli

L'omicidio Adamoli (1839)
[29 dicembre 2014]

     Le notizie riguardanti il capostipite degli Adamoli in Abruzzo, Giuseppe Maria Adamoli (1810-1859) che furono riportate dal nipote Umberto (1878-1962) nelle sue memorie, sono state precisate in questi ultimi anni in seguito al rinvenimento di alcuni documenti che hanno svelato importanti particolari e curiosi avvenimenti.
      La serie dei rinvenimenti si arricchisce oggi, in seguito ad un incontro fortunato con Giancarlo Dalle Donne, archivista e ricercatore bolognese, il quale nell'ambito di alcune ricerche condotte per la Fondazione Marconi, sta cercando dei riscontri sui Marconi di Villa Chiarino di Tossicia, dove questa famiglia possedeva una rameria oggi completamente scomparsa (nella quale Giuseppe Maria Adamoli andò a lavorare nel 1846 trasferendosi da Tempera).
      Quando Giuseppe Maria giunse in Abruzzo nell'estate del 1842, proveniva direttamente dal bolognese, dove viveva da circa 20 anni, lavorando nella ramiera del Conte Carlo Marsili Rossi. Si pensava sino ad oggi che Giuseppe, da giovanissimo, avesse lasciato da solo la casa originaria di Narro per trasferirsi nel bolognese; oggi si apprende che in realtà furono tre dei cinque figli di Carlo Bernardo Adamoli a lasciare la Lombardia per emigrare in Emilia Romagna. Infatti sulla base delle notizie ricevute è stata accertata la presenza di Carlo, Antonio e Giuseppe. Questi lavoravano nella rameria del Maglio di Pontecchio (nel comune di Sasso Marconi) di proprietà Rossi Marsilii, che nel 1873 diventò la Cartiera del Maglio.
      Giancarlo Dalle Donne, profondo conoscitore della storia locale, sottolinea che è da ritenersi che "gli Adamoli non vennero a Bologna (Pontecchio) per imparare il mestiere, ma per insegnarlo meglio. Dopo il 1825-1826 succede un fatto nuovo nella montagna bolognese: la scarsità di legname sulla montagna pistoiese spinse gli imprenditori toscani a costruire ferriere e ramerie anche sul versante bolognese. Così Egidio Succi a Silla, i Vivarelli Colonna a Ponte della Venturina, ecc. Possibile che in questo clima il conte Carlo Marsili Rossi decida di muoversi anche lui in questa direzione. Ma, come negli altri casi è ben documentato, se non era difficile reclutare sul posto manodopera generica, per quella specializzata era necessario ricorrere alla Lombardia (in particolare). Per questo Marsili contatta la famiglia Adamoli, e non a caso vediamo che Antonio ha un ruolo di rilievo nella rameria, non è un semplice operaio. E gli Adamoli (il periodo coincide) si trasferiscono perciò a Pontecchio, con il preciso incarico di mettere in piedi la rameria. Infatti, dai documenti dell'archivio Rossi (privato, e di difficile consultazione) per tutto il '700, e dall'archivio di Sasso per i primi anni dell'800, non c'è traccia della rameria".

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      Circa dieci anni fa Dalle Donne, conducendo una ricostruzione della storia del comune di Sasso Marconi, si è imbattuto sul "Bullettino politico" n. 8 (8-15 febbraio 1839) nella notizia dell' "omicidio di Carlo Adamoli commesso la sera del 20 nella Fabrica del Maglio di Pontecchio da Luigi Baschieri". Nella comunicazione trasmessa dal Comune di Praduro e Sasso (Governo Pontificio – Legazione di Bologna) (oggi Comune di Sasso Marconi) si informava il direttore della polizia di Bologna "della fuga di questi, del rinvenimento, e consegna alla Curia Crim.le che accadette nel seguente giorno 21 dello scortichino con cui il Baschieri uccise l'Adamoli". I documenti che riportano la notizia dell'omicidio sono conservati nell'Archivio storico del Comune di Sasso Marconi (Carteggio amministrativo, Polizia, Bullettini politici, b. 65, 1939-43).
      Altri particolari dell'omicidio commesso dal Baschieri, anch'egli dipendente della rameria, si apprendono nell'articolo di Giorgio Bertocchi "Le attività industriali della famiglia Marconi", all'interno del volume "'L'acqua e il fuoco'. L'industria nella montagna fra Bologna, Pistoia e Modena nei secoli XV-XIX" (Porretta, 1997). Nella pagina 25, riguardo la ricostruzione della storia della Rameria del Maglio, viene riferito infatti che "da carte del 1839 si apprende che a Carlo Adamoli, magliante e ministro proveniente da Naro in provincia di Como, accadde che «ucciso con una Mortal Pugnalata repentinamente morì». Il feroce assassino, un dipendente della rameria stessa, fu poi arrestato". La notizia descritta nell'articolo di Bertocchi è verosimilmente tratta dagli atti del processo che potrebbero trovarsi presso l'Archivio di Stato di Bologna. La consultazione degli stessi potranno svelare i motivi che condussero all'omicidio di Carlo Adamoli.
      Dopo l'uccisione del fratello, Giuseppe rimase nella Rameria del Maglio sino al giugno 1842 quando si trasferì in Abruzzo portando con sè il nipote Primo, di anni 11. E' verosimile pensare quindi che in questa ramiera il gruppo degli Adamoli si fosse alquanto esteso, non limitandosi ad una sola famiglia; il bambino che Giuseppe porta con sè in Abruzzo potrebbe anche essere figlio di Carlo. Partito Giuseppe, rimase per qualche tempo nel bolognese almeno il fratello Antonio. La circostanza è certa, in quanto si apprende, sempre da un "Bullettino politico", che in data 16 dicembre 1842 avvenne il furto del "biroccino" di Antonio Adamoli, "capo fonditore di rame alla fabbrica del Maglio in Pontecchio [...] veniva tenuto sotto un portico annesso alla suddetta fabbrica".
      Quando Giuseppe Maria Adamoli, ormai in Abruzzo da alcuni anni, si trasferisce da L'Aquila a Teramo, va a lavorare nella rameria di Villa Chiarino di Tossicia, di proprietà dei Marconi. Le ricerche attualmente condotte da Giancarlo Dalle Donne per conto della Fondazione Marconi vertono sulla ricostruzione della biografia del padre del famosissimo scienziato bolognese Guglielmo Marconi, di nome Giuseppe, che intorno agli anni '70 dell'800 era azionista della cartiera del Maglio, nata nel 1873, proprio dalla rameria, che cessa l'attività. Dalle Donne mi ha precisato anche che "negli anni in cui Giuseppe (e Carlo) Adamoli vivono a Pontecchio, i Marconi (originari di un paese vicino a Porretta) si tasferiscono dalle parti di Pontecchio. Sono Domenico (morto nel 1848) e i figli Giuseppe (padre di Guglielmo, nato 1823), avv. Giambattista e Don Arcangelo. I Marconi, per quello che si sa, commerciavano canapa e carbone, viaggiando spesso tra Emilia, Toscana e Marche. Il fatto che Giuseppe Adamoli (che potrebbe avere conosciuto i Marconi a Pontecchio) vada poi a lavorare in una rameria dei Marconi a Tossicia potrebbe essere una coincidenza non casuale".






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